liani e stranieri (1). A Venezia frequentò la casa o il salotto del dalmata Trifone Wrachien (Vracen) che aveva una biblioteca ricca di libri slavi, e vi attinse notizie e materiali (2). Venuto poi a contatto diretto con i Dalmati o gli Istriani nelle loro terre, il suo orizzonte si allargò e la passione per gli Slavi si intensificò. Due sono le opere che riassumono questa sua particolare attività. L’una è un Saggio di osservazioni sopra l’isola di Cherso e di Oserò (sic) del 1771, in cui pur trattandosi di argomento ristretto alla sola storia patria, è acclusa in appendice la versione italiana della poesia popolareggiante su Milos Obilic e Vuk Brankovic, eroi e traditori a Kosovo nel 1389, che Andrea Kacic aveva composto nel suo popolarissimo Canzoniere o «Razgovor ugodni naroda slovinskoga» pubblicato a Venezia nel 1756 e, per la seconda volta, nel 1759. L’altra è il Viaggio in Dalmazia del 1774, che è una compiuta illustrazione (fatta a servizio della Repubblica Veneta) delle condizioni e dei prodotti naturali, della storia, dei costumi e delle tradizioni popolari di quella regione con un vistoso e minuzioso e ampio capitolo o ragguaglio sui « Morlacchi » (Valacchi romanizzati e poi slavizzati), sulla loro vita, sui loro usi, costumi, riti, canti, giochi, ecc. sino a quel bellissimo saggio di poesia popolare che è la patetica ballata « Hasana-ginica » riprodotta nel testo originale con versione italiana a fronte. Quest’ultima poesia e il rispettivo ragguaglio « morlacchesco » rappresentano la parte culminante dell’interesse del fcortis al vicino mondo slavo (3), e sono in pari tempo la rivelazione epocale di quel vicino e (1) Il carteggio è rimasto in gran parte inedito e concerne relazioni con il Bo-doni, il Cesarotti, G. Bajamonti, Girolamo Draganich-Veranzio, Antonio M. Vit-turi, ecc. Una Lettera al dott. G. Bajamonti di Spalato, è uscita a Venezia nel 1876. Le lettere (35) al Vitturi sono state pubblicate ne La Domenica, Zara, IV (1891), n. 1-28. Per le relazioni con Spalato cfr. I. Milcetic, Dr. lulije Bajamonti i njegova djela in Rad della Jugosl. Akad. 192 (1912) e G. Zarbarini, Saggio di traduzioni dal serbo con introduzione, Spalato, 1887, pag. 6. Per le relazioni con Ragusa cfr. V. Bogisic, Dva neizdana pisma Alberta Fortisa o Dubrovni\u, Ragusa, 1905, estr. da Srgj e A. Zaninovic, Albert Fortis u svojim pjesmama 0 Dubrovni\u in Vrela i prinosi, XI (1940). Per le relazioni con Ossero cfr. E. Haersel., Una lettera di Alberto Fortis in L’Europa Orientale, XV (1935), VII-X, Per le relazioni con il Sovich (Sovic) cfr. le Starine della Jugoslav. Akademiia XXXIII (1911), p. 501. (2) S. Skerlj, Trifun Vracen in Prilozi za \njiievnost, ecc. XVIII (1938), * e A. Cronia, Per la storia della slavistica in Italia, p. 42, nota 134. (3) Ma la cultura specifica del Fortis e la sua preparazione emergono ovun- — 305 20