mento in versi italiani e dialettali, umoristici, satirici, romantici, in forma di sonetti — duecento ne pubblicò il Pizzirani — di dialoghi ed epistole con riferimenti allegorici, ben trasparenti, a fatti e personaggi contemporanei, italiani e stranieri, compreso lo sfortunato Kuropatkin e la guerra russo-giapponese (1). Se ne fece infine — per non parlare del «Museo Quo vadis? » creato da Jan Styka nella villa Certosella di Capri — oggetto di richiamo pubblicitario per fabbriche di cioccolata e di saponi... (2). Era anche questo un «successo italiano», direbbe il Brahmer! Lo Boemia va ricordata per il « dramma storico » sulla sempre suggestiva figura di Giovanni Hus che A. Zanardini compose nel 1892 e A. Tessaro musicò (3). In esso però la storia serve solo da sfondo e da decorazione e Hus non ne è il vero protagonista e sfigura di fronte a Valdemaro «conte di Taugnitz» che ama, senza essere corrisposto, Agnese, « prima damigella d’onore della Regina » (moglie di Venceslao II). Agnese a sua volta, non riamata, ama Hus con il quale finisce sul « robido rogo » (Carducci nell’« Inno a Satana ») di Costanza. Ne deriva un macchinoso melodramma in striduli polimetri, in cui il sentimento religioso e sociale cede il posto al contrasto fra l’amore e il dovere, fra l’egoismo e l’altruismo; e la figura di Hus, artificiale, impersonale e fredda, si annebbia completamente. Non soddisfatte quindi né storia né arte. Non era questo il modo di « drammatizzare » Hus. Ne resta — documento infelice dell’epoca — la buona intenzione. Gli Slavi meridionali — esclusi gli Sloveni — furono oggetto, come in altra sede, di opere di contingenza o di opere ispirate dalle loro guerre e rivoluzioni contro i Turchi. Così il grande «pellegrinaggio slavo» a Roma del 1881, che non fu integralmente slavo come avrebbe gradito il pontefice Leone XIII e come abbiamo già ricordato, più che da successi (1) L. Pizzirani, Quo vadis?, Roma, 1900, II ed. 1903; Id., in Quando Berta filava, Roma, 1907; A. S. Angelini, Nuovo « Quo vadis? » Sonetti umoristici in dialetto perugino, Perugia, 1901; V. Guarino, Addò vaje? (Quo vadis?). Versi, Napoli, 1901; S. De Vico, Quo vadis? Sonetti satirici romantici tratti dal celebre romanzo di E. Sienkjewicz, Roma, 1905. Da ricordare inoltre M. Pellegrini, Il vecchio S\awins\i. Seguito della novella « Il guardiano del faro » di E. Sien-\iewicz, Firenze, 1902. (2) Cfr. M. Brahmer, 0\ruchy wlos\ich su\cesóv « Quo vadis? » nel suo cit. voi. Z dziejów wlos\o-pols\ich, ecc.; C. Verdiani, Quando furoreggiava il Quo vadis? in La Nazione italiana, 5 aprile 1949. (3) Giovanni Hus. Dramma storico in quattro atti di A. Zanardini, musica del maestro cav. A. Tessaro, Firenze, 1892-1893. — 557