tivo del Lo Gatto che colse i principali aspetti dell’italianità della Cecoslovacchia (1) e che in certo senso si completò con altri panorami minori (2), fra cui soprattutto uno del Bukàcek, del resto, meno esauriente di quanto ci saremmo aspettati (3). E ci furono tutti quegli studi particolari, nuovi e pregiati, che sia pure a grandi balzi, ci portarono da Virgilio a Jaroslav Maria in Boemia, dai primi viaggiatori cèchi agli studenti boemi in Italia e addirittura a tutto un volume sulla « Boemia nella storia della cultura italiana » (4). In essi prevalse la tendenza allo studio critico degli influssi letterari (5) ed emersero i preziosi contributi petrarcheschi del Cronia (6) e uno studio su Vrchlicky e (1) Civiltà italiana nel mondo. In Boemia Moravia e Slovacchia di E. Lo Gatto, Roma, Società Nazionale Dante Alighieri, 1939. (2) V. Cipriani, Relazioni italo-cèche, Verona, 1932 da Bollettino della Società letteraria di Verona, 2; C. Hoyer, La cultura italiana in Cecoslovacchia attraverso i secoli, Napoli, 1937; A. Cronia, L’Italia nel quadro degli orientamenti spirituali cecoslovacchi, Roma, 1939, da Romana, III, 2. (3) J. BukÀcek, Le relazioni culturali ceco-italiane dalle origini all’epoca prc sente, Trieste, 1930, dagli Annali dell’Università, II, 1-2. I contributi di Novak, Dobiàs, Schiller, ecc. sono stati ricordati altrove, nel capitolo sulla storiografia. (4) A. Cronia, Cechy v déjinàch itals\é \ultury (tis'iciletà zen), Praga, 1936, pagg. 231 in 8° gr. a cura dell’« Accademia cèca». (5) Infatti Lo Gatto si è occupato di Julius Zeyer e l’Italia nel II voi. di Studi di letterature slave; Giusti di Vrchlic\y e Carducci in Riv. di letter. slave, I (1926), di Riflessi italiani in fan Neruda, ibid. e di Un « Contrasto tra l’anima e il corpo )> nella letteratura ceca del XIV secolo, ibid. IV (1929); G. Stuparich de La letteratura italiana in Cecoslovacchia. Le traduzioni di V rchlic\y nell’Eur. Or.. I (1921); U. Urbani di Giulio Zeyer, il grande romanziere ceco innamorato dell’Italia nella Riv. di letter. slave, VI (1935); M. Parenti de La prima traduzione boema de « I promessi sposi », Roma, 1932 (1933); L. Boschian di lm pressioni e voci italiane nell’opera di Jan Hasistejns\y z Lob\ovic nelì’Eur. Or., XVIII (1938). E, più di tutti, A. Cronia si è occupato di Influssi italiani in Giovanni Kollàr, Praga, 1924, da Bollett. dell’lst. di cultura ital., II, 1-2; di Peculiarità cèche-, gli itinerari italiani in Lo Spettatore italiano, I (1924); di II Petrarca nella « Rosa centifoglia » di F. L. Cela\ovs\y in Riv. ital. di Praga, 1 (1927); di a Cola di Rienzo » in un romanzo del Chocholouse\, ibid. I; de 11 « Christoforo Colombo » di L. Stroupeinic\y, ibid. II; delle Ballate spielberghia-ne in L’Italia letteraria, IX (1933), n. 20; di Ragguagli sull’Italia di findfich Vodà\ in Vodà\ Sbornì\, Praga, 1937; di Note italiane in Cecoslovacchia in L’Eur. Or., XVII (1937). (6) E mi riferisco non alle influenze petrarchesche studiate in Kollàr e Cc-lakovsky, né all’op. La fortuna del Petrarca nella letteratura cèca, Firenze, 1933 694 —