zione del Biondelli e che l’Ascoli ne fu reso attento dal Comparetti appena nel 1863. Più linguistiche le pubblicazioni concernenti le prime, più storiche ed etnografiche quelle sulle seconde. Storicamente importanti sia le une che le altre. Primi assaggi letterari: letteratura russa e poesia popolare La passione politica, la curiosità storica, il senso estetico e le esigenze culturali del Risorgimento dovevano avvicinare gli Italiani anche alla storia delle lettere slave. Ma la cosa era nuova, minore l’interesse e limitate le possibilità. La storiografia letteraria slava anzi tutto era ancora in embrione... Le stesse letterature slave poi, fatte alcune debite eccezioni, non avevano ancora tale patrimonio né tale perfezione o autorità da esercitare un ascendente particolare oltre i loro confini. Oltre questi confini poi pochi erano quelli che ad esse guardavano e di esse si facevano interpreti e divulgatori. L’Europa era ancora troppo piena di sé e troppo presa dagli ideali di una universalità greco-romano-germanica per lasciarsi invaghire da letterature che non vantavano superbi retaggi e nel certame della civiltà europea per quasi un millennio non avevano occupato cerche albanesi, Pisa, 1863 (da Rivista italiana, Torino, 1863); G. Ascou, Intorno agli Slavi del Napoletano in Rivista italiana, 1863, n. 140; G. Vegezzi Ruscalla, Le colonie serbo-dalmate del circondario di Larino provincia di Molise, studio etnografico, Torino, 1864; G. Ascou, Saggi ed appunti, Milano, 1867, dal Politecnico, 1867; L. A. Trotta, Sulle origini delle nuove città e terre su le colonie albanesi e slave della provincia del Molise, Campobasso, 1869. L’interessamento del De Rubertis (t nel 1889 ad Acquaviva) e le sue Lettere pubblicate dal surricordato Kazali hanno avuta grande risonanza. Sono state tradotte in serbo da S. Popovic nella Sedmica di Novi Sad del 1856; il Bodjanskij le ha tradotte in russo nelle Ctenija di Mosca del 1858, in tedesco néì’Ausland del 1859 e nelle Mitteilungen del Petermann dello stesso anno; il Diefenbach le ha tradotte in latino nelle Origines Europaeae di Francoforte del 1861. Inoltre esse hanno richiamata l’attenzione del Comparetti, Op cit., del Vegezzi Ruscalla, Op. cit. e dell’AscoLi, che, informato dal Comparetti e dal De Rubertis, (la prima scrisse l’articolo già citato nella Rivista italiana e, poi, dopo un’inchiesta sul posto, scrisse l’articolo pure già citato nel Politecnico, che venne ristampato nei suoi Studi critici, voi. II di Roma del 1877. Pure il russo V. Ma-mjshv (in compagnia di M. S. Drinov) si è recato sul posto e, aiutato dal De Ru-bertis, ne ha data notizia nei Zapis\i dell’Accademia di Pietroburgo, più precidente nel voi. XVIII del 1871. Il De Rubertis infine aiutò e informò anche i Eccessivi studiosi di queste colonie serbo-croate, le opere dei quali verranno segnalate nel successivo capitolo. — 415