governo nazionale polacco in Italia », e si raccolsero armi e si riunirono volontari, ma tali furono le tergiversazioni che nessuno bene sapeva dove si sarebbe iniziata l’azione di guerra e chi l’avrebbe diretta; mentre l’incendio dell’insurrezione polacca ormai scemava, si ruppero le trattative e la Polonia fu lasciata al suo destino con la lusinga di nuovi trattati e di nuovi impegni. Nel ’66 Langiewicz riparlò a Garibaldi di allargare la guerra con moti insurrezionali fra gli Slavi meridionali e, come abbiamo visto, Garibaldi e lo stesso re Vittorio Emanuele erano favorevoli; si prospettò nuovamente la partecipazione polacca alla guerra italiana in forme « più legali » e si agitarono i comitati polacchi di Palermo, di Torino e di Firenze, e Garibaldi — ancora una volta! — intervenne presso il governo e presso lo stesso re Vittorio Emanuele: invano! Il rivoluzionarismo dei popoli oppressi dall’Austria era arma di cui si sarebbe servito Bismarck nel caso che la campagna in Boemia contro l’Austria non fosse andata bene; l’Italia ne era preclusa e delusa. Le formazioni di volontari polacchi, in Italia, non corrispondevano più all’inquadramento dell’esercito regolare italiano e potevano sopra tutto riuscire invise agli Stati che s’e-rano divisi la Polonia ed erano alleati, come la Prussia, dell’Italia o si mantenevano, come la Russia, benevolmente neutrali. Solo pochi Polacchi riuscirono, senza bandiera, a entrare nelle « guide » del sempre ardito e sempre generoso Garibaldi (1). Ormai la via dell’eroismo attivo volgeva alla fine. Risorgimento e romanticismo avevano compiuto la loro missione di battaglia. Il primo atto della « primavera dei popoli » si chiudeva con bilancio contrastante fra popoli che restavano ancora sotto il giogo dello straniero e popoli che si riscattavano alla luce della libertà nazionale. Fra i primi: tutti i popoli slavi esclusa la Russia; fra i secondi: l’Italia, almeno in parte. (1) Più tardi, per merito del Tencajoli, si creò una Sezione Polacca nel Mu-*0 del Risorgimento di Milano e ivi si raccolsero le memorie superstiti della cpica lotta; cfr. O. Tencajoli, Catalogue de tous les objets documents gravures photographies livres etc. de la Section Polonaise au Musée du Risorgimento de Milan (Italie) in Bullettin Polonais, Paris, 1899. — 383