Infatti nello stesso anno uscivano pure a Roma i due primi grossi volumi di una sua monumentale Storia della letteratura russa, arenatasi, nel 1944, al settimo volume. Secondo l’autore, doveva essere « l’opera più ampia che sia stata mai dedicata alla letteratura russa non soltanto fuori della Russia, ma nella Russia stessa » (1), ma, che, come dicemmo, si arrestò cammin facendo e, nella sua sproporzione strutturale, non lasciò nemmeno intravedere quale sarebbe stata la sua mole definitiva (2): infatti difetto suo capitale è la mancanza di unità di concezione e di esecuzione. Forse l’autore inizialmente non aveva fissato bene il piano del suo lavoro e nel giro di molti anni si era lasciato prendere tanto dalla simpatia per determinati autori o movimenti, quanto dalle fonti di consultazione, cui attingeva di volta in volta, pregiudicando così la coesione della sua opera. Risultò, quindi, preferibile a questa — e le ripetute edizioni lo confermarono (3) — una sua nuova e bella Storia della letteratura russa che, scritta di getto in un solo volume, uscì a Firenze nel 1942: sintesi e coronamento di tutti i suoi lavori precedenti, con documentazioni e illustrazioni ricchissime arriva sino ai nostri giorni. Naturalmente ben più ricche e varie furono le opere su gli aspetti e su i momenti particolari della letteratura russa. Anche qui il primato spetta a Ettore Lo Gatto. In volumi o in articoli di riviste egli trattò di interi movimenti o di singoli autori e generi, quindi della letteratura sovietica, del teatro, di influssi italiani, di Puskin, Dostoevskij, Cehov, Turgenev, Gorkij, ecc. Vi figurano i principali poeti e narratori, si notano studi comparativi fra scrittori russi e polacchi, sintesi di correnti, analisi di opere, con speciale predilezione per gli argomenti di letteratura moderna. L’autore vi rivela sensibilità estetica, abilità analitica, capacità di sintesi e grande versatilità (3). (1) E. Lo Gatto, Il contributo italiano agli studi nel campo della filologia slava, p. 153. (2) E ce ne dà ragione lo stesso autore, il quale nel 1927 parlava di 4 volumi (Riv. di letterature slave, II, III, p. 467, nota 2), nel 1932 ne preannunciava otto (E. Lo Gatto, U.R.S.S. 1931, nell’elenco delle opere) e nel 1938 ne prometteva dieci (7/ contributo italiano agli studi nel campo della filologia slava, p. 153). (3) Gli scritti su singoli autori o su influssi letterari italiani saranno citati in seguito. Qui vanno ricordati, oltre a quelli segnati nelle note precedenti: Poesia - 675