più numerosi quelli del secolo successivo che per tale genere di ornamentazione barocca ebbe spiccata predilezione (1). I Polacchi comunque già agli inizi di questo uso commemorativo, che pare risalga al principio del 1500, ma il cui più antico monumento è lo stemma del Rettore dalmata Giovanni Cicuta del 1542, hanno un posto di rilievo e con i loro monumenti araldici tramandano alla generale ammirazione degli studiosi e dei visitatori il ricordo di quella collaborazione spirituale italo-polacca che a Padova ebbe uno dei più animati e fecondi focolari. Cambiando città e sorvolando su tante minuzie iconografiche, araldiche, epigrafiche e bibliografiche (2), la nostra attenzione si ferma in fine sulla bella chiesa romana di Santa Maria d’Aracoeli in Campidoglio. Qui sopra l’ambone sinistro del transetto che sta di fronte all’al-tar maggiore c’è una lastra tombale, sulla quale è scolpita la figura di Caterina regina di Bosnia con la corona reale sul capo e gli stemmi del regno. La lapide tombale, che per di più è consunta dal tempo, non è certo uno dei monumenti marmorei più cospicui della chiesa che la conserva. Ma quanti ricordi storici ad essa non sono legati! Si tratta deH’ultima e infelice regina slava di Bosnia, la quale, dopo che il marito suo, il re Stefano Tomasevic, fu decapitato e la patria sua fu soggiogata dai Turchi nel 1463, si rifugiò in Dalmazia e qui fu aiutata dall’umanista veronese Leonardo Montagna, che poi mantenne con lei affettuosa corrispondenza (3), e che per incarico di Pio II, cioè di Enea Silvio Picco-lomini, era entrato in relazione con la corte di Bosnia ed era impegnato nell’azione che la Chiesa romana stava svolgendo per difendere le regioni slave maggiormente minacciate dai Turchi. Dalla Dalmazia l’esule regina, sempre per l’interessamento del Montagna, si ritirò a Roma e (1) Cfr. le loro riproduzioni in A. Brillo, Gli stemmi degli studenti polacchi nell’Universita di Padova, Padova, 1933. Da non dimenticare la vecchia pubblicazione di Jac. Zabareli.a, Polonica, sive originum Polonicarum Stemata centum, Patavii, 1650. Naturalmente, stemmi polacchi si sono conservati anche all’Archiginnasio di Bologna, ma su di essi nulla si è scritto. (2) Notizie di iscrizioni encomiastiche e sepolcrali di Polacchi, soprattutto, e di Russi illustri che sono stati o sono morti in Italia sono ricordate da S. Ciampi, Op. dt., I, 179. (3) G. Fattini, Leonardo Montagna, scrittore veronerese del sec. XV in Giornale storico della letteratura italiana, voi. LXXIV, fase. 222, pag. 214. - 175