Ma questo sognante romanticismo con le sue note comuni di fratellanza spirituale, di poesia universale, di risveglio nazionale, di titanismo, storicismo e di sentimentalismo, fu una grande forza di avvicinamento fra popoli affini e diversi. Italiani e Slavi ne sentirono il fascino e per vie diverse ebbero diversi e proficui contatti e reciproci interessamenti. La stessa « primavera dei popoli » slavi, con turbolenze interne e utopie panslavisdche, era elemento tale da interessare gli Italiani che perseguivano una stessa via di sogni e di realtà. C’erano poi fattori ed eventi particolari che li riguardavano direttamente, come la guerra di Crimea del 1855 con la partecipazione di truppe piemontesi, la presenza di volontari italiani nelle insurrezioni polacche, la candidatura di un principe di casa Savoia al ricostituendo regno boemo, l’apprensione per l’annessione della Dalmazia alla Croazia, le varie e fallite spedizioni garibaldine, nuovi tentativi di sottomissione della Bulgaria alla Chiesa cattolica e via dicendo. C’era infine la partecipazione ideale e concreta degli Slavi ai destini dell’Italia, le legioni polacche presenti ai moti del Risorgimento, i volontari slavi nelle schiere garibaldine, i contatti personali fra cospiratori e pensatori, i contributi slavi alla stampa periodica e divulgativa. Gli elementi ideatori poi e le fasi salienti del Risorgimento italiano non potevano a lor volta lasciare freddi e indifferenti gli Slavi anche se ad essi da varie parti d’Europa perveniva in maggiore misura l’impulso risorgimentale, perché o ancora erano vivi e operosi i contatti con l’Italia o erano comuni e assillanti gli ideali e gli interessi che in una stessa lotta affratellavano i popoli oppressi d’Europa. Quello che maggiormente doveva colpire gli Slavi nel complesso delle loro anime sognanti e sofferenti, era, oltre che l’azione travolgente delle insurrezioni di popolo, l’affermazione del principio di libertà, contenuto entro la norma di una legge di giustizia e di umanità che lo riscattava dalle interpretazioni individualistiche e dalle degenerazioni egoistiche per sollevar- lo in una grande luce di poesia, di bellezza e di perfezione morale ad onta di inevitabili smarrimenti. E questo, per vero, avvenne: ma riguarda soprattutto gli Slavi, la loro storia, la loro civiltà e va perciò trattato m altra sede. A noi conviene far ritorno all’Italia. Sulla via dell’eroismo attivo e odissea dei « pellegrini polacchi » Varie sono le vie, sulle quali procedette e si compì il nostro Risorgimento. — 359