Leopardi del Maver (1), ottimo anche se poggia troppo sulle traduzioni e trascura altri elementi imitativi riflessi nell’opera originale del grande poeta boemo. Gli italianisti boemi preferirono invece fare opera di esposizione e di informazione di argomenti e di manifestazioni, che potevano riuscire in Italia attraenti e attuali (2). In quanto agli Slavi meridionali, essi figurarono contemporaneamente: o quale parte integrante della Balcania e allora il Randi li fece rientrare nella « Civiltà italiana nel mondo » della « Dante Alighieri », adombrandovi la funzione culturale con troppi rilievi geopolitici e storici (3); o quale elemento moltiplicativo di un tema letterario qualsiasi e allora il Cronia ricercò fra loro la fortuna del Petrarca (4) e il Calvi da Annali della Cattedra petrarchesca, IV, ma a quella Inchiesta petrarchesca in Cecoslovacchia che, per leggerezza o che so io, fu pubblicata senza nessun rilievo — in caratteri minuti! — dall’Europa Orientale nel 1935 fra le sue abborracciate « Rassegne », e che invece è faticosa inchiesta, compiuta nelle principali biblioteche e archivi di tutto il territorio cecoslovacco, e in cui sono annotati ben 42 codici petrarcheschi! E’ così che persino il Damiani l’ha dimenticata nei suoi Avviamenti! (3) G. Maver, Vrchlic\y e Leopardi, Praga, 1928, da Riv. ital. di Praga. II. (2) E qui indulgendo anche a saggi di riviste, si ricordino, oltre a quello che è stato citato nella bibliografia per la storiografia : O. Schiller, Gli inizi delle relazioni italo-cèche in Riv. di letter. slave, II (1927); Id., 1 viaggiatori cèchi in Italia, ibid.; B. Jensovsky, Le ricerche boeme a Roma e la fondazione dell’istituto Storico Cecoslovacco, Bologna, 1934, da Gli studi romani nel mondo, I; J. Bukacek, Alcuni motivi di guerra italiani nella letteratura cecoslovacca, Trieste, 1931, in Annali dell’Università; Id., Francesco Petrarca e la nazione boema, ibid. 1934; J. Rosendorfsky, L’idea di Roma nella letteratura ceca moderna in Rassegna Nazionale, 1935; Id., L’Italia nei libri di viaggio cèchi del dopoguerra in L’Eur. Or., XVI (1936); Id., La cultura italiana in Cecoslovacchia nel 1933, 1934 e 1935 ibid. XVII (1937) e XIX (1939); la, faroslav Maria e l’Italia in Mélanges P. Ai. Haskovec, Brno, 1936; V. Polak, La prima traduzione italiana della «Gerusalemme Liberata » in L’Eur. Or., XVII (1937); Vl. Groh, Virgilio nella letteratura cecoslovacca, Roma, 1931, da Atti del II. Congresso Nazionale di Studi romani. Varie altre notizie nel Bollettino e nella Rivista italiana di Praga e in A. Cronia, Cechy v dèjinàch ecc. passim. (3) Civiltà italiana nel mondo. Nei Balcani di O. Randi, Roma, Società Nazionale Dante Alighieri, 1939. Da ricordare anche R. M. Vitali, Relazioni culturali italo-balcaniche in Atti dei corsi di preparazione politica. Italia e Balcani, Roma, 1940 e A. Schiaffini, Latinità e italianità nell’Europa di Sud-Est, Roma, 1943. (4) A- Cronia, La fortuna del Petrarca fra gli Slavi meridionali, Firenze, 1932, da Annali della cattedra petrarchesca di Arezzo, IV. - 695