Monumenta Sarmatarum che contengono due mila epitaffi polacchi, raccolti in patria e all’estero e in particolare a Padova. L’una e l’altra sono raccolte ancora iniziali, ma già molto dicono e tramandano. E onorano e glorificano quella « Polonia semper fidelis », che anche nella dura età degli assolutismi politici e religiosi e dei manierismi e degli estremismi artistici è stata all’Italia la più vicina, la più affine e, diciamolo francamente, la più simpatica — proprio nel senso vero etimologico della parola — nazione slava. Nel Seicento, in particolare, il « polonismo » — sia venia al termine moderno — fu l’unica forma o espressione sincera di slavofilia italiana. E la cosa storicamente è ben comprensibile se si pensi che allora la Moscovia era ancora troppo scismatica o scitica, che i Bulgari e i Serbi erano semplicemente occultati dalla dominazione turca, e che mimetizzate da dominazioni straniere restavano le altre nazioni slave. - 295