L’azione particolare in favore della Polonia si manifestò in Italia, pronta e vivace, non appena si prospettò il problema, di mazziniana memoria, della liberazione delle nazioni oppresse. Il terreno era precedentemente e favorevolmente preparato dalla tradizione operosa della secolare amicizia italo-polacca e dai suoi ancor viventi sostenitori, dal Boito e dal Begey al Kulczycki ed al Loret. C’era poi il sano senso di realismo politico, che, con le parole dell’avvocato Olszewski, figlio della lettrice polacca a Bologna, contessa Michelina dei Gottschalch, ammoniva che « se la Polonia potesse servire di argine al pericolo di una eccessiva preponderanza germanica in Europa ed essere contemporaneamente anche un freno contro lo straripare del panslavismo (russo), fra tutte le nazioni è l’Italia che ha più interesse a che la Polonia risorga come stato assolu-lutamente indipendente, poiché l’Italia è quello stato che ha ad un tempo da premunirsi contro entrambi questi pericoli » (1). Valeva, quindi, ancora il fatidico detto di Napoleone: « La Pologne c’est la clèf de voûte européenne! ». Fu così che l’Italia per prima affermò che la Polonia doveva risorgere libera e indipendente. Se ne fecero strenui assertori vari Comitati « Pro Polonia » a Roma, a Milano, a Torino e in altre città; influenti e insigni i loro membri c i presidenti onorari: D’Annunzio, Croce, Boito, Onorato Caetani, Augusto Murri, ecc. Si tennero conferenze in diverse città d’Italia. Si presentò al parlamento una mozione alla quale aderirono deputati di tutti i partiti. La rivista « L’eloquenza », dopo che il granduca Nicola Niko-lajevic con un proclama aveva promesso ai Polacchi la ricostituzione dei loro Stato, lanciò un « referendum », e perché le numerose e calorose risposte ne rimanessero monumento perenne e splendido, le raccolse in un grosso volume (2). Ai prigionieri polacchi dell’esercito austro-ungarico fu concesso di riunirsi in formazioni speciali per combattere contro l’Austria nei ranghi dell’armata italiana (3), e piena di commozione e di significato fu la consegna del vessillo al reparto polacco di Mandria di (1) W. Olszewski, La Polonia nel passato e nell’ora presente, Bologna, s. a. (1915), pag. 161. (2) L’Italia per la ricostruzione della Polonia, Biblioteca della rivista L’Eloquenza, Roma, 1915. (3) Comando Supremo delle Operazioni, Le Legioni polacche. Notizie sulla costituzione, sull’impiego e sullo svolgimento, s. 1. 1918. - 577 37