in Persia; ma a noi interessa il suo primo soggiorno alla Tana perché da qui compì vari viaggi anche nelle regioni dell’odierna Russia. Difatti visitò il bacino meridionale del Don, percorse le coste del Mar Nero, entrò nelle regioni caspie e caucasiche, risalì il corso del Volga e si spinse sino alla Polonia. Le impressioni e le esperienze di questi e dei viaggi successivi sono state riassunte dallo stesso autore in quella forma di relazione o di diario, che poi il Manuzio pubblicò nell’edizione di Viaggi fatti da Vine-tia alla Tana, in Persia, in India, ecc. del 1543 e 1545 e il Ramusio riprese nelle sue Navigationi et viaggi del 1559: opera fortunata che, specialmente per merito di traduzioni latine, francesi e inglesi, ebbe lusinghieri consensi nella storia della geografia (1). Per ciò che riguarda il territorio russo nella sua immensità spaziale e varietà umana, il Barbaro si limita a sommarie descrizioni topografiche ed etnografiche inserendovi la narrazione di alcune sue vicende personali o di altri fatti che più colpirono la sua fantasia. Grande curiosità gli destano i Tatari e su di loro si sofferma più a lungo confondendoli magari con altri popoli. Le impressioni ritratte in Moscovia non sono delle più soddisfacenti perché vi trova strane sopravvivenze di idolatrie e vizi di ubriachezza. Del Volga ammira l’ampiezza del corso e la ricchezza ittiologica. Nella Crimea lo colpisce soprattutto la floridezza commerciale delle colonie italiane. In complesso non molte cose di specifico carattere slavo, eppure si ha una delle migliori relazioni sulla Moscovia nel secolo XV con notizie dirette e improntate a gran verità. Altra relazione che meritatamente si è sottratta ai segreti e al silenzio degli archivi, quella di Ambrogio Contarini, politico e viaggiatore veneziano del secolo XV (2), il quale praticò gli scali dell’Anatolia e del Mar Nero, diresse operazioni di guerra nella marineria veneziana contro i Turchi, coprì varie cariche pubbliche nella terraferma e nei possessi di Levante di Venezia e fu incaricato nel 1473 di una missione diplomatica in Persia. Al di sopra degli affari commerciali, dei rischi di guerra e degli uffici pubblici la sua fantasia fu colpita soprattutto dalla missione (1) Sono ricordate, assieme ai manoscritti, da N. Di Lenna, Op. cit. 92-93. (2) N. Di Lenna, Ambrosio Con tarini politico e viaggiatore veneziano del secolo XV, Padova, 1911. - 115