allo studio della filologia slava (i). Le isole o penisole linguistiche slovene portarono, come è stato già ricordato, sul terreno della dialettologia e Marinelli e Podrecca e Loschi (2) ci lasciarono note, impressioni e materiali apprezzati e apprezzabili, ma di metodologia e di risultati scientifici non è ancora il caso di parlare. Con criteri o, almeno, con intenti più scientifici anche il Guyon trattò delle colonie slave d’Italia (3) o di altri problemi (4), ma i risultati sono sempre gli stessi : agilità e facilità senza adeguata preparazione. Il Teza, che di lingue straniere e slave non era certo digiuno, solo in articoli o in recensioni di traduzioni italiane e slave inserì le sue note di carattere glottologico, ma restò essenzialmente filologo, anzi letterato (5). Bellissimo il caso dello Zoller (divenuto poi Zolli) che si interessò ai nuovi metodi della fonetica sperimentale facendo « esperimenti » di velari slave (6): purtroppo egli si fermò al polacco né ebbe seguito. Chi invece avrebbe potuto dare risultati magnifici, come lo com- (1) G. Ciardi-Duprf., Per lo studio scientifico delle lingue slave (Appunti bibliografici) in Studi di filologia moderna, Catania, II (1909), 321. (2) Il Loschi, oltre al bel volume di Resia, ecc., alla riduzione della Grammatica slovena di Sket e a varie traduzioni, pubblicò a Udine nel 1894, con introduzione e note, il Catechismo resiano che il De Courtenay aveva pubblicato a Pietroburgo nel 1891, e riferì ampiamente su Un libro russo sulla fonetica latina, Udine, 1894. (3) B. Guyon : Gli Slavi del Friuli in Pagine Friulane, VI (1894), 133; L’elemento slavo nella toponomastica della Venezia Giulia in Studi glottologici italiani, Torino, 1907; Colonie slave d’Italia, ibid. 1909; L’elemento slavo nell’albanese della Calabria citeriore, ibid. 1910; Fra il Torre e l’Isonzo. Zona con intensità massima di stratificazioni toponomastiche in Annali dell’istituto Orientale di Napoli, v. V; Il filone toponomastico «bar» della Venezia Giulia, ib. 1930. (4) Apparsi in giornali e riviste (Il Marzocco, ecc.), sono compendiati nel suo voi. Balcanica, Milano, 1916, che ha argomenti interessanti, ma è una miniera di errori. (5) Alle opere di carattere boemistico, citate prima, potremmo aggiungere Dei canti serbi tradotti in greco da N. Tommaseo, Padova, 1891, da Atti e Memorie dell’Accademia di Padova, VII (1891). (6) I. Zoller, Contributi alla conoscenza dell’ l velare slavo. L’l polacco, Bologna, 1911 da Rivista di Psicologia Applicata, VII, n. 1. « Eperimenti di trascrizione fonetica » con aiuto di apparecchi (ampolle) eseguiti nel Laboratorio d* psic. sper. nel R. Ist. di Studi Sup. di Firenze diretto da F. De Sarlo. - 523