lavorato di prima mano, favoriti dalle particolari condizioni d’ambiente. E da questo poliedrico, bilingue ambiente si sono avuti anche altri contributi in giornali e riviste di Zara e di Ragusa (1). Non inutile, anzi utilissimo è stato questo sguardo finale alla stampa periodica, perché essa — qualora fosse sorto precedentemente qualche dubbio — vale a convalidare, anzi a sottolineare tutti gli aspetti e i valori delle azioni, degli uomini e delle opere che abbiamo seguito sulla via dell’eroismo attivo, degli ammaestramenti storici, politici, letterari e della sognante poesia del dinamico Risorgimento italiano. Dalle gesta militari alle utopie politiche, dalla più spontanea simpatia per la Polonia alla più radicata avversione all’assolutismo russo, dai tributi alle Muse del popolo al fascino delle singole personalità artistiche e umane, essa si completa su uno sfondo caleidoscopico, in cui ognuno può trovare argomenti e prove sufficienti per il problema che maggiormente lo interessa. A volte ci parla con la voce del coro greco che dell’azione è nucleo e commento. A volte parla con l’autorità della documentazione bibliografica, che sorregge e controlla ripensamenti e ricostruzioni ideali. Sempre, pregiudicata o spregiudicata che sia, è « suggello che ogni uomo sganna » per l’epoca che le appartiene. In essa meglio di tutto si sente la « vox populi ». (1) Cfr. L’Osservatore dalmato, Zara, 1849 ss., p. es. F. De Pellegrini, Omero e i canti popolari illirici, 1852, n. 163 ss.; L’Avvenire di Ragusa, 1848-1849 con brani delle conferenze parigine del Mickiewicz, con versioni dal russo, ecc.; Rimembranze della settimana, Ragusa, 1848; La Rivista dalmata, Zara, 1859; La Voce dalmatica, Zara, 1860 ss.; Il Dalmata, Zara, 1866 ss. — Per la stampa dalmata cfr. P. Kasandric, Il giornalismo dalmato, Zara, 1899. — 467