Di questa comunanza e di questo cameratismo spirituale italo-polac-co fanno fede, infine, singole opere di autori o di editori italiani dedicate a personaggi polacchi a prova di amicizie che in parte ci sono sfuggite e in parte conosciamo ed apprezziamo. Se non erriamo, la più antica sarebbe un’edizione veneziana del 1508 di Raffaele Regio (1). Il personaggio italiano più rappresentativo di questo scambio di libri, di idee e di simpatie fu l’editore e filologo veneziano Paolo Manuzio. Già suo padre Aldo, sin dal 1483, aveva guadagnato fior di quattrini da librai e privati polacchi che gli avevano ordinato per diocesi e scuole le sue belle edizioni di libri sacri o di testi classici. Ma Aldo più che un affarista era un idealista, uno studioso, un maestro di huma-nitas, il quale — come scrisse nel 1568 a Pietro Miscovio (Myszkowski) — partiva dal principio che « ex virtute virtus nascitur » e perciò inalveò i suoi rapporti con i Polacchi in un ordine di idee essenzialmente umanistico, dottrinario. A tale scopo gradì, per interessamento del Sigonio, l’amicizia di Patrizio che era il più grande filologo polacco del suo secolo (2). A tale scopo, nei suoi lunghi e cordiali rapporti epistolari con lo Zamoyski, considerò il grande statista e generale polacco soprattutto come un collega di studio (3). Tali le relazioni con altri polacchi, come risulta dal suo dotto e forbito epistolario (4). Sia che scriva a Jacopo Gorscio (Górski) a Cracovia, a Pietro Miscovio (Miszkowski) o al giovane barone boemo Cristoforo Lobcoviczio (Lobkovic) e sia che ricordi il Patrizio, lo Zamoyski, ecc., gli importa soprattutto erudire, incoraggiare, scambiare idee perché — come affermò nel 1568 al Lobkovic — scopo della sua vita è « ut virorum nobilium amicitiam expeterem », e il suo verbo è (1) R. Regio, Plutarchi Chaeronei apophtegmata, interprete e loanni Labrando Posnaniensi episcopo ab eodem inscripta ex Plutarchi Opusculis, quae impressa sunt Venetiis, 1508. (2) K. Morawski, A. P. Nidec\i, Cracovia, 1892, pag. li-li, 90-91. (3) Archiwum ]ana Zamofskiego, pubblicato da W. Sobiecki, Varsavia, 1904, I, 1-6, 28-30, 35-36. (4) Epistolarum Pauli Manutii libri XII, Ven. apud. Aldum, 1580 (la I ed. è del 1558). Cfr. inoltre: P. De Nolhac, Les correspondants d’Alde Manuce in Studi e documenti di Storia e Diritto, 1887, 1888; E. Pastorello, Inventario cronologico de VEpistolario Manuziano in Bibliofilia, 1928-1931; S. Eempicki, Ma-nucjusze weneccy a Pols\a in Pami%tni\ literac\i, XXII-XXIII (1925-1926), e Renesans i humanizm w Polsce, Czyt. 1951. - 169