(Kraljevic), che dal campo « Cassonio » (1) nel 1373 (!) si era salvato con la fuga, ma l’anno dopo in battaglia con Serbi, Bulgari e Valacchi contro i Turchi aveva perduta la vita (!). Il suo tentativo però non ebbe seguito ché le storie universali erano destinate a decadere e alla cronologia dei fatti d’armi si preferì la biografia dei capitani illustri, antichi e moderni. Era anche questa un’eredità della Rinascita, della sua valorizzazione dell’individuo. Il declino delle storie universali nel volger del secolo XVII e nel proseguimento del secolo successivo, ha una pietra miliare o fatale nei postumi Compendi !ristorici del conte Alfonso Loschi (Bologna, 1669). Qui l’orizzonte si va sempre più restringendo perché sono presi in considerazione anzi tutto i prìncipi ascesi al potere « per naturai successione », cioè gli Stati di Francia, Austria, Portogallo, ecc. compresavi magari la Turchia. Mancandovi invece i prìncipi elettivi, vi mancano tutti gli Slavi, anche se non vi era buona ragione per escluderli tutti (2). E la cosa è tanto più significativa, in quanto il libro è dedicato da Già» corno Monti al « principe Francesco Girolamo Agostino Lubomirski » e la dedica si apre con un vero accordo encomiastico: « Io presento ad un Giovine Principe d’uno dei più qualificati' Regni d’Europa... ». E’ vero, sì, che poi l’editore scusa l’assenza della Polonia, come del resto, quella della « Santa Sede Apostolica o dell’impero Augustissimo Romano » per le ragioni suddette, ma la frattura o la riduzione comunque resta. Altra pietra miliare ed altro esempio significativo: la barocchissima Storia universale provata con monumenti e figurata con simboli degli antichi (Roma, 1697) di Francesco Bianchini. L’autore intrepido volle partire dalla « creazione del Chaos » e dalla « età dell’oro », ma passando dalla preistoria alla storia depose le armi. Resa totale delle Istorie universali! (3). (1) Cassonio è evidentemente un refuso per Cossovio. Interessante, anche se inesatta, la versione sulla partecipazione di Marko Kraljevic alla battaglia di Kosovo, cfr. voi. II, p. 400. (2) Naturalmente singoli cenni fugaci, saltuari, eccezionali, come l’accenno agli eventi che portarono alla battaglia della Montagna Bianca nel 1620 in Boemia, non contano e non dicono niente. (3) Lo stesso avveniva per la geografia che perciò ricorreva alle traduzioni, p. es. dall’inglese: Lo stato presente di tutti i paesi e popoli del mondo, Venezia, 1740 e ss. 212 —