ai convegni slavi della Caserma polacca di San Girolamo a Milano o, come il Mensinger, disertavano i ranghi austriaci e creavano dei piccoli focolai di propaganda cèca. Le impressioni che i nostri prigionieri illustri riportavano dallo Spielberg moravo non erano che tristi ricordanze di tenebrose carceri austriache, estranee all’ambiente e alla vita che loro palpitava intorno: malfamate cittadelle del sospettoso e pauroso governo asburgico. Circoscritte in se stesse le relazioni professionali e sentimentali che singoli artisti italiani annodavano con Boemi, come Paganini con musicisti ed editori praghesi o Verdi con la Stolzovà, cui dedicherà il suo « Requiem » (1). Mancano ancora le note differenziali che emanano dall’individuazione nazionale. Manca il calore dello spirito che alimenta l’epoca. Più infiammati e specifici i contatti che si sono avuti in piena atmosfera garibaldina. Nel ’60 un gruppo di operai cèchi abbandona le fabbriche di Torino, prende parte alla spedizione dei Mille e con sei morti suggella il battesimo del sangue per la causa garibaldina. Nel ’61 un appello augurale delle donne boeme a Garibaldi infiamma il cuore del grande Eroe che detta una risposta piena di entusiasmo e di comprensione per il patriottismo boemo. Nel ’62, mentre volontari cèchi combattono fraternamente con le truppe di Garibaldi ad Aspromonte, Fügner, già residente a Trieste e a contatto con vari comitati garibaldini, fonda a Praga, con Tyrs, quella vasta associazione patriottica di « Sokol » che, sull’esempio delle truppe garibaldine, indosserà la camicia rossa e avrà ripercussione in varie altre nazioni slave. Nel ’64 il poeta Giuseppe Venceslao Fric si reca a Caprera e guadagna e ribadisce le simpatie di Garibaldi per il popolo boemo (2). Se così la fama di Garibaldi aumenta in Boemia, la conoscenza dei Boemi in Italia si fa strada e meglio si imprime nel cuore del nostro Condottiero. Se i Boemi invitano Garibaldi a partecipare alle celebrazioni di Hus, che dovevano aver luogo a Berlino nel 1868, e gli rinnovano l’invito per le celebrazioni di Praga nel 1869, egli a sua volta si (1) Per queste relazioni e la rispettiva bibliografia cfr. A. Cronia, Cechy v déjinách itals\é \ultury, 91-98 e J. Bukacek, Le relazioni culturali ceco-italiane dalle origini all’epoca presente, Trieste, 1930, da Annali della R. Università degli Studi Economici e Commerciali di Trieste, voi. II. fase. I-1I. (2) O. Schiller, Giuseppe Garibaldi e Venceslao Eric., poeta ceco, Napol¡> 1938, da Annali del R. Istituto Superiore Orientale di Napoli, X. 372 —