probabilmente è stata scritta in Dalmazia o in Istria e coglie quel tipo di abitanti delle regioni montane e interne che erano i Morlacchi (Vlasi). E parla di paese « estraneo d’umana conoscenza », la cui gente ha « brutta apparenza », e, oltre che stranamente vestita e calzata, « git-ta lezzo di becco » che « ti uccide » ; le donne in particolare sono sì « nere, scontorte, fuor di bello inizio » che le metteresti « a par col diavolo con i suoi alti corni »... Così si esprime un raffinato e spregiudicato poeta burlesco, che va in cerca dell’elemento esotico per coglierne le note più goffe e nuove e si compiace in quelle parodie che allieteranno la poesia frivola e gaia della società rinascimentale. Il folclore croato gli offriva esempi bellissimi. Il caso che potrebbe sembrare personale, è presentimento di nuovi gusti e di nuovi modi. Del resto che usi e costumi croati o serbi, nell’ambito di reciproci rapporti, abbiano colpito l’immaginazione degli Italiani, oltre a voci serbocroate e slovene passate nel lessico latino, italiano, quali « succa » o « succania », « schiavina », « rascia », « britola », ecc. (1), ce lo dice ancora lo strano poeta orvietano Simone Prudenzani nella strana opera il Saporetto, in cui nel descrivere gli spassi di una brigata festosa enumera quella danza « con tomi schiavoneschi, e giri a salti - nante e arrie-tro» che anche nell’ondeggiamento del verso rivela quel tipico ballo nazionale che è il « kolo » (2). ha « Rascia » nella Commedia di Dante e nelle « Avventure ciciliane » di Bosone da Gubbio La Serbia, passata nella sfera dell’ortodossia bizantina, interessò gli Italiani solo in quelle regioni litorali dell’Adriatico, in cui c’erano comuni interessi commerciali e politici da vigilare e da regolare. Dante informatissimo di tante cose, anche slave, volle ricordare nella sua cosmopolitica Commedia un episodio che toccava gli interessi (1) Anche per prestiti e calchi posteriori cfr. H. Schuchardt, Slawo-deutsches und Slawo-italienisches, Graz. 1885; D. Trstenjak, Slovens\i elementi v Venet-séini. Lubiana, 1874 e Slovanscina v romanscini, Celovec, 1874; K. Strekelj, Zur Kenntniss der slavischen Elemente im italienischen Wortschätze in Archiv für slav. Phil., XXVI (1904), 407. (2) S. Debenedetti, 11 « Sollazzo », contributi alla storia della novella, della poesia musicale e del costume nel Trecento, Torino, 1922. - 57