Messina nel 1908, valse a legare con vincoli di simpatia le due nazioni e ne approfittò il governo italiano per stringersi alla Russia contro le sfrenate ambizioni austriache nella penisola balcanica: fu così che lo zar Nicola II venne, nell’ottobre del 1909, a far visita a Vittorio Emanuele III nella villa di Racconigi. L’atteggiamento slavofilo di Leone XIII, specialmente dopo l’enciclica « Grande Munus » del 1880, indusse parecchi Italiani a occuparsi di questioni slave. Nichilismo e anarchismo russi ebbero notevole parte nella storia del socialismo italiano; basti pensare all’azione svolta dal famoso agitatore Bakunin a Napoli nel 1867 per l’Associazione Internazionale dei lavoratori e a Bologna nel 1874 per un moto addirittura rivoluzionario, troncato coll’arresto di Andrea Costa e con la fuga di Bakunin. Più efficace ancora fu l’opera di Anna Kulisova (Kuliscioff, morta a Milano nel 1925), la quale, con Filippo Turati, trasformò il socialismo anarchico e bakuniniano in un grande e razionale movimento politico-sociale che, ispirato dai princìpi del marxismo e del materialismo, doveva evolversi spontaneamente senza bisogno di congiure e di rivoluzioni (1). Ripercussioni ebbe pure il to-vianesimo polacco. Infine grandi luminari slavi, quali Tolstoj, Dostoevskij, Sienkiewicz, Chopin e altri, esercitarono il loro fascino particolare. Il mondo slavo aveva ormai di che interessare e appassionare gli Italiani. La Santa Sede e gli Slavi Animate e varie le opere di informazione generale e di contingenza che trattarono a preferenza temi di carattere storico, politico, diplomatico, religioso, sociale, economico ed etnico. Non ci furono grandi opere o grandi quadri su gli Slavi in generale, quale unità culturale, ceppo etnico-linguistico o blocco politico, se si escluda la tarda e ristretta versione (Milano, 1912) de I popoli slavi dello slavista polacco Alessandro Briickner estratta da E. Maranghini dalla «Storia Universale » di Pflugk Hartung. Ma — come dirà il Musoni — allo « slavismo » si continuò a guardare con interesse e, direi, con apprensione; e tentativi di sintesi da vari punti di vista non mancarono. Anzi tutto in sede religiosa. (1) E ne fa fede il carteggio : F. Turati-A. Kuliscioff, Carteggio. Maggio 1898-giugno 1899 a cura di A. Schiavi, Torino, 1949. 474 —