suoi migliori lavori in versi e in prosa e si ebbero versioni del Demone, del Canto di Ivan Vasilevic, cui si aggiunsero il così detto romanzo L’eroe dei nostri giorni ed il patetico e delizioso poemetto Mcyri. Pure a queste versioni, disarmoniche e discontinue come sempre, va legato soprattutto il nome del Ciampoli, anche se i brevi saggi di versione del Teza risultano più genuini e più accurati (1). Già passato alla storia e alla gloria anche Gogol quando i traduttori italiani si accostarono alla sua opera, che, nel fecondo genere narrativo e, in parte, drammatico e sul suggestivo sfondo ucraino, denota il rigoglioso passaggio dal romanticismo al realismo. Non tutta l’opera sua fu colta, ma i capolavori suoi, assieme a Novelle ucraine, ebbero varie edizioni; e se le Anime morte si arrestarono alla scadente versione anonima del 1883, Taras Bulba fu tradotto due volte e II revisore ebbe quattro versioni nelle quali si cimentarono alcuni fra i più esperti o infaticabili traduttori dal russo, quali il Trinko, il Loschi, il Ciampoli e il Verdinois. Bene dunque rappresentata l’Ucraina dal suo illustre figlio (2). Ricca la messe delle versioni da Turgenev anche perché la Francia gli aveva facilmente spianato la via al successo in Occidente. Vivente ancora, apparvero, dal 1873 in poi, le prime sue novelle o raccolte di novelle dai titoli arbitrari assieme alla versione del suo capolavoro « Padri e figli » col titolo di Nichilismo, che in edizioni successive manterrà il suo titolo originale. Successivamente apparvero nuove versioni di opere sue che rispecchiano tanto la vita realistica del popolo oppresso, quanto la società intellettuale e la nobiltà russa, e si concludono con Senilia del 1914. Assieme al Ciampoli vi si distinse il Francesconi che, come potè, cercò di arieggiare l’arte figurativa e le eleganze stilistiche (1) M. J. Lermontov, II canto dì Ivan Vasilevic, E. Teza, Bologna, 1870; U demone, A. Giovanelli, Ancona, 1883; Il demone, D. Ciampoli, Milano, 1885; Leroe dei nostri giorni, G. Straforello, Milano, 1886; Mziri, D. Ciampoli, Catania, 1890; Il cantore dello zar Ivano, Roma, 1903. C’è ancora la raccolta di M. Lermontoff, A. Polewoi e I. Turguenieff, Racconti russi, G. Berri, Roma, 1880. (2) N. V. Gogol: Tarass Bulba, Milano, 1877 e 1882; he anime morte, Ro-ma, 1883; Novelle ucraine, A. Forti, Firenze, 1883, 1889; Una notte di maggio, Napoli, 1892; Taras Bulba, I. Trinko, Udine, 1902; Novelle ucraine, A. Forti, filano, 1903; Il revisore, G. Loschi, Udine, 1907; Il revisore, G. Passigli, Roma, 1908; Il matrimonio, N. Cileff-V. Certo, Lanciano, 1914; Il revisore, De Voglie, Milano, 1914; Novelle, D. Ciampoli, Milano, s. a.; h’ispettore generale, F. Verdinois, Milano, s. a. — 533