slava del Bodjanskij (1), che il più volte ricordato Pozza si diede cura di volgere in italiano. Sono due vere apoteosi di detta poesia che assieme all’alata orazione del Tommaseo Dei canti del popolo dalmata (2) tuttora non hanno perso niente del loro lustro; con il loro concetto e con il loro linguaggio potrebbero essere fonte di ripensamento ai più moderni e raffinati studiosi (3). Gli altri contributi di letteratura serbo-croata, nella loro modestia o varietà, provengono nuovamente in gran parte dall’altra sponda deH’Adriatico e concernono specialmente quella letteratura (4). Contributi polonistici e avviamenti allo studio delle lingue slave In relazione alla generale polonofilia dell’epoca, maggiori, se pur sempre modesti, furono gli accostamenti alla letteratura e alla cultura polacca. Per una prima informazione generale si tentarono, analogamente a quanto avevano fatto lo Zaydler o il Chodzko nelle loro Storie, (1) G. Bodjanskij, Della poesia popolare slava, trad. di O. Pozza, Zara, 1861. (2) Tradotti anche in serbo-croato da A. Kaznacic, Dei canti popolari degli Slavi Meridionali - O narodniem piesmama jugoslavens\iem, Ragusa, 1851. (3) Cfr. Soggettivo articolo di A. Petravic, Tri stare \njige na talijans\om 0 nasim narodnim pjesmama in Prilozi za \njizevnost, jezi\..., VII (1927). (4) Seguendo un ordine cronologico, si potrebbe ricordare anzi tutto il cardinale bergamasco Angelo Max nella cui Scriptorum veterum nova collectio ex Vaticanis codicibus edita, Roma, 1931, T. V, parte II, pag. 101-221, M. Bo-browsky incluse i Codices slavici Bibliothecae Vaticanae, soprattutto glagolitici e cirilliani serbo-croati. Eco nella stampa italiana ebbero i saggi del raguseo A. Sorgo, Fragments sur 1 histoire politique et littéraire de l’ancienne République de Raguse et sur la langue slave, Parigi, 1839. Il mantovano Timoleone Vedovi, autore già ricordato di scritti sulla Bosnia e sul Montenegro e traduttore di Canti erotici slavi, abbozzò in un volumetto alcuni Cenni sulle origini, sulla lingua e sulla letteratura degli Slavi, Mantova, 18/2, valendosi soprattutto delle sue precedenti conoscenze del mondo serbo-croato. B. Biasoletto, dando notizie di un viaggio compiuto in Istria, Dalmazia e Montenegro dal re Federico Augusto di Sassonia, lasciò un originale ritratto del principe e poeta montenegrino Petrovic Njegos : Relazione del viaggio fatto nella primavera dell’anno 1838 dalla Maestà del Re Federico Augusto di Sassonia, Trieste, 1841. Il Valentinelli della Marciana di Venezia, nella sua Bibliografia della Dal- — 417 27