/// - COMPITI E ASPETTI DELLA STORIOGRAFIA Nuove visioni del mondo e presenza degli Slavi nelle storie universali La storiografia fu buona ancella della Rinascita. Le nuove concezioni e visioni del mondo, immanente e trascendente, la persuasione che la storia, supremo tribunale terreno, era opera della virtù e della volontà umana, l’amore alla sintesi, il bisogno di nuove ricostruzioni, di evasioni ideali e rivelazioni clamorose, la mania di ammaestrare, il miraggio di soddisfazioni, forse anche materiali, diedero poderoso e nuovo incremento alla storiografia ed alle sue scienze ausiliarie o similari. Così le piccole cronache medievali, sacre e profane, divennero storie nutrite e dense di dati e di idee. Le storie municipali si ampliarono in storie più capaci, in istorie d’Italia o addirittura in istorie universali. Al loro fianco lussureggiarono cosmografia, epigrafia, biografia, epistolografia, geografia storica, ecc. Dominante la contemplazione della vita nella sua essenza e nel suo profondo significato, ma anche nel suo armonioso ed esteriore divenire. Dominante il gusto classico nella tecnica della estrinsecazione formale. Il distacco maggiore dalla tradizione storiografica medievale spicca nelle storie universali. Appena sfiorate nel Medio Evo, esse vanno Anton. Verantius (Veranzio, Vrancic) perché umanista dalmata al servizio della corte ungherese. Esso è stato pubblicato da A. Fortis, Viaggio in Dalmazia, Venezia, 1774 e studiato da P. Matkovic nel voi. LXXI (1884) del Rad. Pure non ricordato l’itinerario di Paolo Santonino in Corintia, Stiria e Carniola negli anni 1485-1487, ed. da G. Vale, Città del Vaticano, 1943, perché a lungo rimasto inedito e poco ci interessano le sue saltuarie notizie su gli Sloveni. 120 —