i fini suoi P Essa, anzi tutto, comprendeva gli Slavi che oggi diciamo nord-occidentali e meridionali, cioè i Polacchi, i Cèchi, gli Slovacchi, gli Sloveni, i Serbo-Croati e i Bulgari; comprendeva quindi quegli Slavi che erano soggetti a dominazioni straniere e che, di fronte alla storia di altri popoli saturi di esperienze e di vicende, potevano romanticamente dirsi « giovani » anche se genealogicamente non erano meno vecchi dei popoli neolatini o germanici, derivanti da uno stesso ceppo etnico e linguistico indoeuropeo; escludeva quindi i Russi, o meglio, la Russia zarista che, per il suo sistema di governo, era agli antipodi delle idealità democratiche e da queste anzi era fortemente condannata e combattuta. L’indipendenza di tutti questi Slavi oppressi sarebbe stata prima di tutto un’esemplare consacrazione dei principi di nazionalità. L’indipendenza loro avrebbe poi significato l’abbattimento dei secolari regimi imperialistici e nemici delle nazionalità: dell’Austria e della Turchia. Si sarebbe così creato anche un argine contro le tendenze egemoniche del germa-nesimo al Nord e dello zarismo russo a Est (1). C’era però il pericolo che l’Austria, con piccole concessioni, ammansisse l’irredentismo slavo e la Russia lo inalveasse nel suo panslavismo; perciò l’Italia doveva bene vigilare, essa che era destinata ad abbattere i due secolari imperi con l’aiuto soprattutto degli Slavi, nelle cui mani stava « l’elsa del ferro che doveva ucciderli ». Di qui la necessità di curare maggiormente, a costo anche di rinunce territoriali, un’intesa italo-slava che permettesse all’Italia di completare la sua indipendenza e di aumentare la sua influenza nella vita internazionale libera da ogni soggezione alle potenze maggiori. A queste idee Mazzini restò attaccato in modo rettilineo e costante, durante tutta la sua vita (2). Gli Slavi in genere hanno sempre occupato (1) Cfr. il suo saggio di Politica internazionale pubblicato oltre che negli Scritti editi ed inediti anche nelle Lettere slave a cura di F. Canfora, Bari, 1939, pagg. 123, 130. Si doveva innalzare attorno all’impero moscovita una «barriera di giovani popoli federati a difendere la propria libertà », quasi la Provvidenza avesse indicato in essi l’impedimento fatale alla realizzazione del panslavismo. Queste sono parole del Mazzini il quale perciò chiama il panslavismo anche mo scovitismo. (2) Se è autentica la versione mazziniana del messaggio del presidente americano Lincoln a Macedonio Melloni del 1853, dovremmo ammettere delle incertezze in Mazzini nell’assegnazione agli Slavi delle terre rivendicate dall’Italia °ltre Adriatico perché nel messaggio si difende a spada tratta anche l’italianita 'Iella Dalmazia. Cfr. E. Casanova, A proposito della lettera di Abramo Lincoln a Macedonio Melloni in Rassegna storica del Risorgimento, XVIII (1931). — 387