dova avvenne il grande concentramento e da qui, ossequiato dalle autorità e dalla cittadinanza italiana e salutato dai suoi soldati con le note patetiche dell’inno nazionale cecoslovacco, il grande, il benemerito presidente Masaryk partì gloriosamente il 17 dicembre 1918 alla volta dell’amata e finalmente libera Patria (1). Con gli Jugoslavi le cose andarono diversamente e addirittura sorse una vera « questione jugoslava ». Era sopra tutto l’eternamente « vexata quaestio » della delimitazione dei confini fra stati limitrofi. Era poi il nazionalismo che di qua e di là dell’Adriatico aveva arroventato gli animi (2). Da prima, quando si trattava di lusingare l’Italia, e gli « Jugoslavi » non erano ancora bene costituiti e organizzati, la cosa andò abbastanza liscia e si venne al patto di Londra, del 26 aprile 1915, che assecondò le aspirazioni italiane (3). In Italia, d’altra parte, non si cessava di perorare la causa serba e di essa si facevano patrocinatori gli stessi paladini della Polonia e i loro Comitati; tanto che la surricordata mozione al Parlamento del 7 dicembre 1915 faceva voto anche per una « prossima restaurazione della Serbia ». Ma poi la situazione si intorbidì specialmente quando al posto di una ricostituenda Serbia, per la quale andavano tutte le simpatie degli Italiani, si prospettò la creazione di una « Jugoslavia » o trino Regno serbo-croato-sloveno. Con l’accordo del 20 luglio 1917 a Corfù si stabilirono le basi per garanzie reciproche fra Italia e Jugoslavia, ma si trattò specialmente di « opportune transazioni ». In occasione della « Conferenza delle nazionalità soggette all’Austria-Ungheria », tenuta solennemente in Campidoglio a Roma nell’aprile del 1918 (4), si venne, sìj anche a delle manifestazioni di amicizia italo-ju- (1) La bibliografia specifica, cèca, su l’argomento è riportata da A. Croma, Cechy v dèjinàch itals\é \ultury, 131-132. Da aggiungere solo l’opera apparsa poi di F. HlavÀcek, Dr. Edvard Benes a Italie za svètové vàl\y, Praga, 1936 e gli articoli apparsi in Nase Revoluce, XIII (1937): A. Papìrnìk, U nàrodni rady v Rimè\ Fr. Bednarìk, Po\usy o ces\oslovens\é vojs\o v ltalii v roce 1916. (2) Cfr. la prefazione a Italia e Jugoslavia di A. Ghisleri, Roma, 1945 e il capitolo « Polemiche ». (3) Cfr., per la tesi jugoslava, F. Sisic, Predratna politica Italije i postana\ Londons\og Pa\ta, Spalato, 1933 e, per quella italiana, A. Tamaro, Il trattato di Londra e le rivendicazioni nazionali, Milano, 1918 oppure G. Salvemini, Dal patto di Londra alla pace di Roma, Torino, 1925. (4) Conferenza delle nazionalità soggette all’Austria-Ungheria, Roma, aprile 1918. Testo delle dichiarazioni votate e riassunte dei discorsi pronunciati nella - 579