Per liberare l’ex sultano 211 vani turchi l’attacco di Boletini, la rocca inespugnabile del celebre bandito. Forti reparti di truppa presero parte alla pericolosa operazione e le piccole fortificazioni che egli vi aveva eretto furono rase al suolo. Ma Issa aveva preso il volo per altri lidi, e invece le fila dei suoi seguaci si erano ingrossate. Da qualche mese, egli non comanda più soltanto cinquanta uomini coi quali un giorno comparve nei dintorni di Mitrovitza, quasi a sfidare l’autorità turca e i battaglioni dei quali queste disponevano, ma a migliaia e migliaia di ribelli, coi quali ha tenuto per un pezzo in iscacco delle forze turche considerevoli : ha dei luogotenenti abili e valorosi, e dei capi intelligenti che lo seguono, e formano intorno a lui una specie di consiglio politico, del quale richiede ed ascolta spesso suggerimenti, poiché —- cosa che stupirà certamente il lettore — questo condottiero che da mesi lotta vittoriosamente con l’impero Ottomano e minaccia di mandarlo in sfacelo... è analfabeta. Sul disegno da parte degli albanesi ribelli di marciare su Salonicco per liberare Abdul Hamid dopo la caduta dei Giovani Turchi, il corrispondente del Giornale d'Italia, sulla scorta delle notizie ricevute dai giornali tedeschi, scriveva in una lettera al suo giornale con la data del 3 agosto : <( La paralisi cardiaca minaccia di troncare da un momento all’altro la vita dell’ex-Sultano Abdul Hamid. Il suo medico curante afferma che il prigioniero di Villa Allatini sta benissimo; anzi nei rapporti ufficiali che invia a Costantinopoli lo dichiara, con frase colorita, « sano come un diavolo ». Ma parecchi dei capi e condottieri albanesi convenuti vittoriosi a Pristina hanno espresso l’intenzione di recarsi