DURAZZO di Venezia, e sono ridisceso quasi subito in città, lauto più essendo fissata per quell’ora la solenne distribuzione dei premi agli alunni delle nostre scuole ed avendo appuntamento con gli ufficiali del Barìon per assistere. Le nostre scuole erano allora appena istituite, e provai ottima impressione constatandone i risultati ottenuti in meno di due anni. Nessuno può immaginare di quale abnegazione sieno capaci, i maestri e le maestre, questi modesti funzionari dello Stato, i quali compiono l’opera loro animati dal più puro patriottismo, e verso i quali sarebbe doveroso da parte dello Stato di mostrarsi meno avaro di incoraggiamenti non solo materiali, ma anche morali. Sono essi i primi e i principali artefici della nostra influenza, sono essi che insegnano ad' amare il nome italiano e che mantengono vive le simpatie verso il nostro Paese. Simpatie tradizionali ma che vi è naturalmente chi ha interesse a scalzare. Una distribuzione di premi ad alunni di scuole elementari non è certamente uno spettacolo che offra ormai nè una grande attrattiva nè un gran interesse. Eppure, ve lo assicuro, abbiamo assistito tutti quanti con una certa emozione alla modesta cerimonia, a Durazzo, nella grande sala della scuola dove i ritratti dei nostri Sovrani appesi alle pareti sembravano a tutta prima in contrasto con l’alta figura di un pope ortodosso, il quale era lì a sorvegliare gli alunni e le alunne che, più volte, facendo eco al grido dei loro insegnanti, hanno acclamato all’Italia e al suo Re. A Durazzo, i catto-