16 GLI ALBANESI lontana antichità seguì la sorte del regno Macedone. Dopo la divisione dell'impero Romano, i paesi abitati dagli albanesi diventarono delle provincie dell’impero d’Oriente, devastate dalle invasioni dei popoli che con alterna vicenda ebbero la supremazia nella parte occidentale della Penisola Balcanica. Tutto questo lungo periodo della storia di quei paesi è avvolto nell’oscurità. D’altra parte, malgrado la persistenza dei caratteri della stirpe, specialmente nella vano assurgere a diventare una nazione, e non potevano assurgere a diventare una nazione, e non potevano disporre di forze considerevoli, che permettesse loro di pesare nella bilancia per decidere le sorti di quella parte della Penisola Balcanica. E solamente con la comparsa di Giorgio Castriota: di Scander-beg che gli albanesi prendono veramente posto nella storia. Soldato di Gesù Cristo, Principe Albanese degli Epiroti, si firmò egli stesso nella fiera lettera con la quale rispose al Sultano Murad II, quando questi gli mandò proposte di pace e di perdono. E quel titolo niuno realmente lo meritò meglio di lui, che per venticinque anni combattè in nome della fede e riuscì a sbaragliare più volte i formidabili eserciti ottomani, mandati contro di lui e sovente condotti dal Sultano in persona. È celebre nel popolo albanese la piccola città d’Alessio non soltanto perchè ivi ebbero sepoltura i resti mortali di Scanderbeg, ma altresì perchè fu in quella città, allora in mano di Venezia, che per la prima volta partì il grido dell’indipendenza albanese. Convocati ad Alessio da