66 MONTENEGRO E ALBANIA avrebbe dovuto essere, col tempo, ciò che in linguaggio politico-ferroviario, si dice Yamorce per quella ferrovia dal Danubio all’Adriatico — la così detta ferrovia slavo-latina — destinata a mettere in diretta comunicazione le due grandi razze. Ma, nel 1905, se ne parlava ancora come di un progetto del quale era assai problematica la esecuzione. Parevano tante e così complicate le difficoltà da superare! Quelle politiche sopra tutto. Vi era di mezzo il Trattato di Berlino, ora abolito, col famoso articolo 29, al quale ho accennato e per effetto del quale anche quando, sulla punta della collina Volo-vitza, furono inalzate le antenne della radiotelegrafìa Marconi e il Principe Nicola scese ad Antivari per assistere alla cerimonia della inaugurazione con la quale si festeggiava un successo del genio italiano, il Marcantonio Colonna, mandato per rendere più solenne la cerimonia, non potè entrare, e fu costretto a gettar l’àncora a Spitza. I nostri bravi ufficiali non poterono entrare nella baia nemmeno sulle lancie del Colonna, che, naturalmente, avrebbe dovuto far sventolare quel pavillon de guerre, assolutamente vietato in quelle acque! Eppure, poco più di un anno dopo, le maggiori difficoltà erano superate e la Società per la costruzione del porto e della ferrovia di Scutari, sotto la presidenza dell’on. Paganini, era un fatto compiuto, e con l’adesione dei più bei nomi dell'industria e del commercio del nostro paese. Nessuno pensò allora di fare un grande impiego di denaro. Si capì subito che le' cose si presentavano anzi in modo da lasciar