Contro due persiani 19 saluta Scanderbeg, che troncata la testa dell’avversario va a deporla ai piedi del Sultano. Poco dopo egli dà un altra prova del suo coraggio e della sua forza, in Bitinia, dove aveva seguito il Sultano. Fu a Brussa che due ricchi cavalieri persiani, offrirono a Murad i loro servigi : chiedendo, per dare una prova del loro valore di battersi, sia con la lancia che con la spada con i due più valorosi guerrieri turchi. Il Sultano accolse la loro offerta e volgendosi verso Scanderbeg : « Che cosa aspetti tu — gli disse — che sei il più valoroso? Va, fa vedere un’altra volta il tuo coraggio e la forza del tuo braccio invincibile ». Scanderbeg accetta con gioia, a condizione che solo combatterà contro tutti e due, uno alla volta. Avendo prima, secondo l’uso, baciato i piedi del Sultano, si slancia sul suo cavallo, impugna le sue armi ed entra in lizza. Il primo che si presenta si chiama Jaia. I due avversari si gettano l’un sull’altro al galoppo: ma la lancia del persiano rimane infìssa nello scudo dell’albanese : mentre cerca di smontare Scanderbeg, l’arma si spezza e quest’ultimo che mirava soltanto alla testa, avendo mancato il suo colpo, si allontana e spron battuto. Scanderbeg fa altrettanto e dopo pochi istanti si voltano per gittarsi l’uno sull’altro facendo scintillare le scimitarre. Allora Zampsa, l’altro persiano, violando i patti stabiliti, corre contro Scanderbeg con la lancia in resta. Senza perder tempo a protestare contro tanta perfìdia, l’abile albanese, lo colpisce colla scimitarra alla gola, e il traditore stramazza al