L’on. Vi San Giuliano 243 In queste poche righe dell’on. di San Giuliano, relative alla attività della politica austro-ungarica, si può dire sieno compendiate tutte le censure che merita la politica nostra. La nessuna continuità della nostra azione, è la causa principale di una gran parte di tutte le nostre disillusioni nella politica estera. La Camera, la stampa e il Governo — Camera e stampa seguendo quest’ultimo — si occupano delle questioni, anche di quelle più gravi e più vitali per i nostri interessi, così, a sbalzi, quando un incidente, una discussione, richiama su di esse l’attenzione, salvo poi a rimetterle subito dopo nel dimenticatoio. Non parliamo poi, di quando, come oggi, si svolgono gravi avvenimenti che ci toccano da vicino. In quest’anno di guerra, si può essere ben certi che il Governo italiano —■ e lo sanno i nostri Ministri Plenipotenziari che non ricevono nemmeno risposta a quello che scrivono — non si è occupata affatto di ciò che succede nelle altre parti del mondo! Lo stesso on. Di San Giuliano — uno dei pochi uomini politici salito al Governo con un corredo di cultura non comune, che dei problemi politici della penisola Balcanica ha voluto rendersi conto sul posto, che, con esempio, rimasto pur troppo senza imitatori, ha mandato quella serie di lettere al Giornale d'Italia alle quali ho accennato, appunto per forzare l’opinione pubblica ad occuparsi di quanto avveniva in Albania, per richiamare l’attenzione su] problema, a suo avviso così importante per noi — l’on. Di San Giuliano, dico, e parlo del deputato non del Ministro, del quale non intendo giudicare ora