242 L’ITALIA E L’ALBANIA per l’Austria, ci corre. Ogni albanese sa, per quali ragioni, le autorità consolari e gli agenti austro-ungarici sono così generosi, e in quella sua riconoscenza, — anche quando è manifestata clamorosamente -vi è sempre un po’ di dissimulata diffidenza. Ma non importa. L’Austria ha, indubitatamente degli elementi dei quali, in maggiore o minor misura, può forse disporre a momento opportuno. È però particolarmente grave che, spesso, la stampa — il caso del giornale al quale allude il Pinon, e che ha una certa autorità nel mondo militare della Duplice Monarchia non è il solo — dica apertamente, senza il menomo riserbo, come la politica austriaca in Albania... non faccia ancora abbastanza. Ora, francamente, il lavoro di propaganda e di penetrazione fatto dalla politica austriaca, ci sembra contrasti con lo spirito dell’accordo con l’Italia. L’Austria, come osservava, qualche anno fa in una sua lettera al Giornale d'Italia l’attuale ministro degli esteri — il Marchese di San Giuliano — per la propaganda e la penetrazione economica in Albania « si trova in condizioni più favorevoli di noi per la contiguità territoriale, pei più copiosi mezzi pecu-niari, per le tradizioni più antiche e seguite, per l’indirizzo più costante e più razionale della sua politica generale e locale, per la maggiore importanza dei traffici, pel migliore ordinamento dei servizi marittimi, per le migliori relazioni col Vaticano e col clero, per il prestigio di potenza maggiore e più antica ».