252 L’ITALIA E L’ALBANIA Tutto quello che in questi ultimi giorni (ottobre 1912) è avvenuto nella schermaglia diplomatica, attraverso la quale le Potenze sono arrivate a mettersi d’accordo, per l’azione comune, nella vana speranza di poter riuscire ancora ad evitare il conflitto ha mostrato una volta di più come la questione della Macedonia e dell’Albania, sieno fra loro stretta-mente collegate, e come, sia sempre viva, e pronta ad assumere aspetto inquietante, la rivalità fra l’impero Austro-Ungarico e la Russia, di fronte agli avvenimenti che possono turbare lo statu quo balcanico. Disgraziatamente per la quiete dell’Europa, mentre nelle Cancellerie si discuteva, senza una gran voglia di concludere, intorno alla iniziativa austro-ungarica, continuarono i massacri dei cristiani, da parte delle soldatesche turche che hanno provocato una grande agitazione in Bulgaria, in Serbia ed in Grecia. Il Montenegro, per la stessa ragione, aveva già mandato delle note perentorie alla Turchia senza ottenere quelle risposte e quelle soddisfazioni alle quali credeva di aver diritto. Non solo la Turchia, tanto al Montenegro che alla Bulgaria, non rispose o rispose soltanto con note evasive: ma, col pretesto delle manovre, concentrò alla frontiera considerevoli forze militari che la Bulgaria doveva necessariamente considerare come una minaccia. Alle rimostranze di Sofia, il Governo di Costantinopoli rispose cercando togliere assolutamente tale carattere a quei movimenti militari e diede le stesse assicurazioni agli Ambasciatori delle Grandi Potenze,