La radiotelegrafia ad Antivari 63 o meno apertamente, al controllo dell’impero Austro-Ungarico, cioè della Potenza la quale ha sempre cercato d’impedire in tutti i modi lo sviluppo di questo piccolo ma forte paese serbo, considerato come uno dei principali ostacoli alla sua politica d’espansione nella Penisola Balcanica. D’altra parte, certamente non a caso, un piccolo promontorio del porto d’Antivari fu scelto per l’impianto della stazione. Esso era il punto naturalmente indicato, poiché fino dall’epoca del Congresso di Berlino, quando l’indipendenza del Principato fu solennemente riconosciuta, e ne fu ingrandito il territorio con l’annessione del distretto di Antivari, gli uomini politici del Montenegro pensarono che solo grazie a quello sbocco sul mare, col tempo, il loro paese avrebbe potuto raggiungere, oltre che l’indipendenza politica, anche quella economica. Certamente, non potevano supporre, nè all’epoca del Trattato di Berlino, nè quando furono erette le antenne della radiotelegrafìa, sotto la direzione personale di Marconi, che tale indipendenza, e l’abrogazione dell’articolo 29, per effetto della quale Antivari è ora un porto completamente libero, sarebbe stato il compenso dato dall’Austria al Principato per l’annessione della Erzegovina, la terra classica: la Toscana della razza serba! Un semplice sguardo dato ad una carta geografica di quelle regioni fa vedere l’importanza di Antivari, e come la questione dell’Albania vi sia in certo qual modo connessa per quanto riguarda le comunicazioni. Antivari è lo sbocco, non solo del