1B8 VALLONA E IL SUO GOLFO Quanto a comfort e a comodità, non v’è una grande differenza! Anzi, per certi aspetti, è assai peggio. Pensate, per esempio, che, fino a qualche anno fa almeno, non vi era un medico. Ammeno non si volesse davvero considerare come tale un medico mussulmano, il quale una volta per poco non mandò all’altro mondo un nostro funzionario, facendogli una piccola operazione con un coltello da cucina — o qualche cosa di simile — infetto. E quanto alla farmacia, io non so davvero che si possa fidare a mandar giù medicine che sono lì, chissà da quanti anni, o che su ordinazione il farmacista vi confeziona,'lì per lì, senza nemmeno pensare a lavare i recipienti, nè le proprie mani, considerandole precauzioni assolutamente superflue. In altre mani e con lavori di una spesa relativamente assai lieve, le febbri scomparirebbero presto da Vallona. Ma le amministrazioni turche, per sistema, non si occupano di igiene, e trovano perfettamente regolare che, per esempio, quando muore un cavallo, il suo proprietario, onde risparmiarsi la fatica di andarlo a seppellire lontano, ne abbandoni il cadavere sulla pubblica via, dove gli fa comodo — come mi è accaduto di vedere sulla strada da Vallona allo Scalo — senza nemmeno preoccuparsi se, come nel caso cui accenno, è vicjrio alla tomba di un illustre Pascià, del quale io non ricordo il nome, ma la cui memoria è grandemente onorata dai Vallonesi. Quella tomba, è uno dei grandi monumenti del paese. L’ingegno dello scultore e dell’ar-chitetto si è sbizzarrito a collocare un fez di marmo