256 I/ITALIA E L’ALBANIA menia. Si era sempre detto che, il Regno di Re Carlo, avesse o non avesse un vero accordo con la Turchia, si sarebbe messo a fianco di essa ove quest’ultima fosse stata attaccata da bulgari. La Rumenia non può rassegnarsi senza un compenso a un ingrandimento della Bulgaria che turberebbe l’equilibrio in quella parte dell’Europa. Malgrado le cortesie scambiate sovente fra i due Sovrani, fra i due paesi vi sono sempre state delle relazioni un po’ tese e reciproca diffidenza. Ma la Rumenia da una parte ha sentito certamente che una alleanza con la Turchia contro paesi che si decidono a lottare in favore di popolazioni oppresse e in un momento nel quale tutto il mondo civile deplora le continue barbarie turche, non sarebbe stata simpatica; dall’altra può non avere più quelle ragioni di temere un turbamento dell’equilibrio se, come è probabile, ha avuto essa pure le più formali assicurazioni che la Bulgaria non pensa a ingrandimenti territoriali. Difatti una nota ufficiosa deW'Universul del 0 o del 7 ottobre ha detto chiaro quale sarà la linea di condotta della Rumenia: cioè di perfetta neutralità, salvo il caso nel quale la Bulgaria ottenesse ingrandimenti territoriali. Di fronte all’atteggiainento risoluto degli Stati balcanici la Diplomazia europea raddoppiò di attività, nella speranza che la pressione unanime dell’Europa, a Costantinopoli, e nelle capitali balcaniche potesse ancora riuscire ad evitare il conflitto. L’iniziativa per l’accordo europeo fra le potenze del-