38 L’APPELLO ALL’EUROPA Albania e in Grecia, ove si contempla con isdegno misto a terrore il corso formidabile delle sue invasioni. Ed è perciò che queste popolazioni invocano ansiosamente il sostegno della grande Nazione, che, sola può impedire la totale rovina della loro patria, e la sparizione del nome albanese dalla carta dell’Europa. « Fu questo timore che frenò le tribù skiptare, impazienti di sottrarsi al giogo ottomano, dallo stringere alleanza con l’eroico Montenegro, che giustamente, considerammo, e tuttavia consideriamo come l’avanguardia degli eserciti lussi. « Fu questo medesimo timore che ci rattenne dall’acco-gliere le offerte direttamente fatteci dall’Austria e dalla Russia, che, per opposti fini, tendevano entrambe ad assorbirci, ed annullare la nostra personalità nazionale. <( Come non siamo e non vogliamo essere turchi, così ci opporremmo con tutte le nostre forze contro chiunque volesse farci o slavi, o austriaci o greci. « Noi non vogliamo essere che albanesi! <( Per questo sentimento, per il timore di perdere la nazionalità propria, che ci ha fatto assistere inerti, ma non indifferenti allo sfacelo dell’impero degli Osmain, che altrimenti avremmo affrettato unendo le nostre armi a quelle degli altri popoli insorti. « Ed è bene l’Europa sappia essere stato questo il sacrifìcio più doloroso che abbiano mai fatto alla Patria le nostre tribù guerriere; è giusto che la pubblica opinione si spieghi la nostra apparente inerzia e non ci accusi di aver lasciato sfuggire l’occasione propizia, trattenendo nel fodero la spada, per tanti secoli onorata, usa a risplendere fra i maggiori pericoli in tutti i campi di battaglia dell’Oriente. L’Albania ha una pagina gloriosa nella storia delle nazioni ; da Scanderbeg a Marco Botzari, da Lka Ducagino ad Ali Tepelen ha conservato il suo carattere nazionale e il sacro deposito della sua indipendenza. « L’albanese, sia che combattesse nei propri monti a difesa dei patri focolari, sia che guerreggiasse commisto agli