240 L’ITALIA E L’ALBANIA dare le sue dimissioni in seguito ad una campagna condotta contro di lui a Roma dagli austriaci, ed è stato sostituito da Monsignor Miedia coadiutore del l’arcivescovo di Scutari. Per il tramite del clero e dei bey influenti, l’oro austriaco è sparso nella povera Albania : in un paese ove una moneta d’oro rappresenta una fortuna, le generosità austriache hanno creato dei ricchi. Presso i mussulmani, là dove non può penetrare il clero cattolico l’Austria manda degli scienziati. Un geologo ungherese, il barone Nopen, ha visitato accuratamente tutta l’Albania del Nord : disegnando la carta geologica, trova modo di perdere per la strada i gendarmi incaricati di sorvegliarlo, e lascia là dove gli albanesi hanno l’occasione cercata di rendergli dei piccoli servizi, delle mancie principesche.. Il signor Vral che fu Console Generale d’Austria a Scutari fino all’autunno del 1909, aveva un gusto spiccato per gli studi linguistici : andava spesso, senza scorta a visitare i villaggi della montagna, sopratutto nella direzione delle frontiere montenegrine. D’altra parte, nè gli agenti austriaci nascondono di distribuire del denaro, anche ai più alti personaggi, come questi non negano di riceverne: l’Albania è così povera! È un Console austro-ungarico, che in un momento di scoraggiamento esclamò : Non c’è mezzo di soddisfare le esigenze insaziabili di questa razza e dei suoi pastori! ». « Parecchie tribù malissore sono diventate delle vere bande al servizio dell’Austria: a un cenno del loro Console, 3000 montagnardi possono scendere