Ì80 l’epiro chè, a somiglianza di ciò che han già fatto i serbi, i bulgari e i rumeni d’oltre Danubio, i valacchi della Penisola Balcanica e quelli di Albania, hanno chiesto di avere nelle loro chiese preti valacchi, i quali officino nella loro lingua e dei consoli rumeni per proteggerli. Ma la Porta ha sempre ricusato l’assentimento per la istituzione di un Consolato Rumeno a Jannina. Anni sono però la Rumenia ha finalmente ottenuto di poter nominare un Console in questa città. Ero in Albania quando il nuovo Console di Rumenia arrivò a Jannina e fu in certo modo boicottato da tutto l’elemento greco, per cui, dopo circa 15 giorni, non erà ancora riuscito a trovare una casa. Allo stesso modo i greci han ora protestato quando, per dare soddisfazione agli albanesi, la Porta ha nominato a Jannina un vali albanese di nascita. Contro tale nomina del vali di nazionalità albanese, i greci dei Cazas di Jannina, Konitza, d’Argy-rocastro, de Leskovikion, de Prévéza, de Philippia-des, de Delvino, de Préméti, de Chimarra, de Met-zovo, de Paramythia, de Réchadié, de Philiates, cu Margariti, hanno formulato la seguente protesta mandata a S. S. il Patriarca ecumenico, al Gran Visir e al Ministro dell’interno. « Gli elleni ottomani del vilayet di Jannina che formano, come è noto, la maggioranza assoluta della popolazione di tutto l’Epiro, desiderando rintegrare il nuovo ministero liberale nella sua opera salutare di ritorno alle vane dottrine costituzionali non possono nascondere il loro profondo dolore ed esimersi dal protestare contro la tendenza a considerare il nostro vilayet come una sezione dell’Albania. È in seguito alla manifestazione di questa tendenza che il