Contro la propaganda austriaca 145 gli albanesi di Pritzrend non si calmarono affatto dinanzi a tale promessa. Essi volevano assoluta-mente fosse lasciata all’Arcivescovo di Pritzrend la vecchia casa dove ha sempre abitato, che da più di 100 anni è sede dell’Arcivescovado e che è di proprietà degli albanesi cattolici e niente affatto del Governo Austriaco. Naturalmente il Governo di Vienna si era messo d’accordo col Vaticano, il quale aveva acconsentito alla illegale presa di possesso. Ciò nonostante, gli albanesi cattolici di Pritzrend non si mostrarono punto disposti a tollerare ciò che essi chiamavano una spogliazione. Monsignor Troksi, amareggiato, lasciò Pritzrend e si ritirò in un convento a Scutari. L’indignazione dei cattolici si manifestò allora in modo molto chiaro e molto vivo. Per la festa delFImperatore d’Austria, il 18 di agosto, essi fecero sapere al Console che nessuno avrebbe posto piede nella chiesa ove si suol celebrare in quel giorno una solenne funzione, e meno che mai i loro capi si sarebbero recali a far la consueta visita al Console. Il signor Rappaport, per evitare lo scandalo di avere quel giorno la chiesa vuota, dovette racimolare alla meglio un certo nu mero di cattolici d’altri paesi, invitandone i capi a cena. Questo incidente e l’agitazione che ne seguì finirono per impensierire seriamente il Vaticano, il quale si decise poi ad intervenire direttamente. I cattolici mandarono a Sua Santità una petizione coperta di tremila firme. È un documento del quale ben poco si parlò in Italia, ma che mise chiaramente in evidenza in qual modo sia fatta la propaganda Mantegaìza. 10