54 L’APPELLO ALL’EUROPA e degli eroi che li conducevano, i Turchi ebbero la vittoria e distrussero per sempre l’impero Serbo (1). Di tutte le popolazioni ancora soggette alla Turchia, i serbi di questa regione sono certamente le più infelici e le più martirizzate, impossibilitate come sono, ad opporre resistenza agli albanesi, ai quali Abdul Hamid riconobbe il privilegio di portare le armi — che adesso i giovani turchi avevano loro tolto — mentre questo diritto non è consentito ai cristiani. Non si può avere un’idea degli oltraggi, delle prepotenze, delle crudeltà degli albanesi contro i serbi inermi. La via diventò così intollerabile in quella regione che molti finirono per abbandonare il loro paese e i loro averi per rifugiarsi in Serbia. Le condizioni dei rimasti andarono sempre peggiorando, poiché si trovarono a lottare in pochi contro gli albanesi che invece sono andati crescendo di numero aiutati dai mussulmani che lasciato, dopo il Trattato di Berlino, la Bosnia e altri paesi ceduti a Potenze cristiane, andarono a stabilirsi nella Vecchia Serbia. Nel 1890, la Serbia mandò a Pritchina, un Console per proteggere fin dove era possibile questa popolazione slava della Vecchia Serbia. Non furono, nè poche nè lievi le difficoltà che il Governo di Belgrado dovette superare, prima di tutto per ottenere dalla Sublime Porta l’autorizzazione di istituire questo Consolato. Però, anche col consenso di Costantino- (1) Vedi Vico M antegazza, II Montenegro. — Successori Le Monnier, Firenze, 1898.