Un documento impressionante 57 massacro. La lettera è un documento impressionante. « II 22 agosto — scrive il Pavicevic — la marmaglia ar-nauta e turca irruppe nella città, si diresse al magazzino di armi e portò via quanto vi trovò. I serbi, allora, si affrettarono a chiudere le botteghe e, tumultuosamente, corsero ad asserragliarsi nelle rispettive case. Per le strade, ad eccezione di me e di pochi miei amici rimasti... in vedetta, non si vedeva un serbo. Ma, tanto io che io miei amici, avemmo ben presto a pentirci della nostra curiosità. • « Di autorità turche nemmeno l’ombra. Il giovedì trascorse nell’orgia dei predoni lasciati impuni e liberi di saccheggiare a loro piacimento dall’autorità... latitante. <( L’indomani, venerdì, entrarono in Sienitza circa 5000 arnauti provenienti da Posteri e da altri paesi, coll’intenzione di saccheggiare i magazzini militari. Per sua sventura, in quel mentre arrivò a Sjenitza pure il compianto Ilija Popovic, che si recò dal kaimakan di Sjenitza, pregandolo di dargli gli uomini per accompagnarlo fino a TJskub. « Siccome il kaimakan non gli potè dare nessuna scorta, egli si avviò solo; ma, appena uscito da\V usciumat (prefettura e tribunale) un gendarme lo indicò alla folla mussulmana. Questa, come spinta da una forza selvaggia, che solo poteva placarsi alla vista del sangue, si precipitò sul Popovic, colpendolo con pietre e con bastoni. Il disgraziato cadde sotto la violenza della marmaglia, versando sangue da numerose ferite. Ma alla folla inferocita non bastò. Alcuni dei più eccitati si fecero addosso al caduto e lo crivellarono letteralmente di coltellate. «La folla, compiuto l’eccidio, si diede a correre per la città in cerca degli altri serbi. « La sera — continua il Pavicevic — fui avvertito che la folla avrebbe attaccato la mia casa. Io stavo preparandomi per fuggire a Nova Varos. Insieme con me erano due miei zii che vollero accompagnarmi un tratto di strada. Uscimmo di casa, con molta precauzione, e giungemmo fino al quar-