42 L’APPELLO ALL’EUROPA quo, con la sola differenza di mutare la forma dell’organismo politico ed amministrativo, concentrando in una sola mano il potere supremo, che ora è esercitato dai Capi delle tribù indipendenti. (i Quindi, ove pur si volesse rispettare, rapporto all’Albania il principio della integrità dell’impero ottomano, questo principio non sarebbe violato col riconoscimento dell’autonomia albanese. « Pertanto l’opera delle Potenze, è bene ripeterlo, non si ridurrebbe ad altro che a congiungere in uno tanti piccoli Governi per se stessi autonomi i quali, se han formato talvolta la forza dell’Albania, spesso sono stati causa della sua debolezza e han provocato contro di noi il severo giudizio dell’Europa civile. « Noi fummo sempre ingiustamente giudicati. « Sono state le male arti del Governo turco, che, pauroso in ogni tempo dell’unione delle nostre tribù e della ricostituzione della patria albanese indipendente, ha fomentato con infami propositi le nostre discordie, ha ridestato le sopite gelosie, ha soffiato nelle ire di parte, ha usufruito con taglie e con spogliazioni le nostre risorse di uomini e di denaro, ha fatto di queste belle contrade un campo sanguinoso di turbolenze. « Lasciare l’Albania nello stato in cui si trova fra le tante ambizioni rivali e sotto la minaccia di continue discordie, non sarebbe conforme agli interessi della politica, nè a quelli della civiltà. « E invero non può attecchire nè svilupparsi civiltà duratura in un paese, ove per dir così, l’anarchia forma la base dell’ordinamento sociale; e dove l’ordine non regna, ivi è sempre debolezza, o per lo meno non si può ottenere il completo sviluppo di tutte le forze di cui sarebbe capace la nazione. Inoltre interessa a tutte le nazioni, e special-mente all’Austria, al Montenegro, alla Grecia e alla nuova Bulgaria, che si stabilisca in Albania un governo regolare, ordinato e civile, per non avere alle proprie frontiere, un continuo fomite di disordini e di contése inevitabili, ove