Sul Danitza 81 ricordo più bene dove. Ma ciò non impediva si lamentasse sempre e costantemente degli affari che andavano male e... del denaro che rimetteva. Fra i viaggiatori del Danitza — come adesso su quelli della nostra Compagnia — s’incontrava la gente più svariata: ufficiali e soldati montenegrini che vanno da una guarnigione all’altra, turchi che vanno e vengono da Scutari, ma che naturalmente, anche a bordo, se ne stanno in disparte e fra loro, greci, che lì, come dappertutto, girano a vendere le mercanzie le più disparate... o a prestar denaro, ed albanesi mussulmani, cattolici ed ortodossi nei loro lussureggianti costumi. In mezzo a tutta questa gente non manca mai qualche tomiste tedesco o inglese che osserva, guarda la riva del lago col cannocchiale, prende delle note., e fotografa il prossimo. Naturalmente aveva io pure una macchina, ma discesi dal Danitza col rammarico di non aver potuto prendere coll’obbiettivo l’immagine di una sposa al-banese-cattolica, in un costume ricchissimo e dai vivaci colori, coi larghissimi calzoni di seta stretti al collo del piede, con una quantità di monete d’argento alla cintura, al collo, nella acconciatura del capo, calzata con delle scarpe di pelle rossa, dalla punta strettissima rivolta all’insù, che se ne stava a poppa in un angolo, circondata da altre ragazze vestite, sebbene un po’ meno sfarzosamente, allo stesso modo e che parevano voler proteggere la loro amica dallo sguardo dei profani. Il lago (l’antico Labeatis dei latini) ha una larghezza massima di circa 14 chilometri ed è lungo 50. Mantegazza. 6