218 GLI AVVENIMENTI RECENTI nude dove abita dei pugni di terra nella quale seminare! Circa due mesi or sono, alcuni albanesi hanno avvertito Talaat bey, allora ministro dell’interno ed oggi Presidente dell’Unione e Progresso, che urgeva provvedere perchè nel-l’Alta Albania si meditavano propositi disperati. Talaat rispose: — Gli albanesi devono aver pazienza ancora! — E rinviò al viaggio del sultano in Albania per il quale evento oggi ritornano ad annunciare amnistie e concessioni. E la consueta politica turca del javash, javash! (piano, piano!). Ma gli albanesi aspettavano da troppo tempo. Nè dalle promesse si fidano più : anche recenti tragici casi li hanno sconsigliati dall’aver fiducia nei governanti di Costantinopoli. Il Governo ha indugiato. Oggi scorre il sangue. Coloro stessi che furono il baluardo della Turchia hanno distrutto le fortificazioni che univano i confini dell’impero. Ed è proprio la Turchia che li ha spinti. Fra le altre accuse al movimento albanese vi è questa, che non mancherà di essere ripetuta anche quest’anno. « Gli albanesi lottano, coscientemente o meno, per la reazione ». Ebbene. Qualche elemento albanese per lo passato, impugnò le armi, lo si può riconoscere senza vergogna, spinto dal timore di perdere vantaggi e benefici concessi dal vecchio regime — e quindi, indirettamente, per il vecchio regime stesso. Ora non più. Il movimento attuale è diretto e organizzato, come è noto, da un grande Comitato composto di albanesi intellettuali. Essi non si fanno illusione sulla potenzialità intellettiva delle popolazioni diverse dell’Albania, condannate, non per loro colpa, ad una vera e propria stasi, ad un torpore spirituale che vieta loro la visione complessa delle finalità ultime cui mira la razza. E però gli albanesi intellettuali prospettano alle singole tribù le particolari ragioni di malcontento che urgono