La testimonianza di un impaniale 239 potrebbero citare innumerevoli testimonianze : ma, lasciando da parte tutte quelle che provengono da pubblicisti o da persone che per la loro origine possono sembrare interessate e parziali, mi pare pregio dell’opera citare il brano di un articolo di due anni or sono del Pinon, uno studioso delle questioni balcaniche, che più volte è stato sul posto, e ne scrive con una competenza concordemente riconosciuta, e che, non solo è imparziale come appartenente ad un paese il quale non ha alcun interesse in quelle regioni, ma, se mai, non è certo benevolo verso l’Italia. « La tendenza generale della politica austriaca in Albania — egli scrive — è sempre stata quella di far durare l’anarchia albanese; di opporre la massa amorfa dell’Albania all’espansione serba, senza favorire lo sviluppo del sentimento nazionale albanese. Si è opposta all’applicazione delle « riforme » incominciate in Macedonia, ai vilayet albanesi ed anche all’antico Sangiaccato di Novi bazar (1). Sembra aver assistito senza rimpianti allo sterminio dei Serbi nella Vecchia Serbia da parte degli albanesi ». « L’Austria — continua il Pinon — esercita in Albania il protettorato cattolico: ne fa uno strumento della sua politica e i suoi consoli perseguitano i preti e i vescovi sospetti di sentimenti di simpatia verso gli italiani. Nel 1909, l’arcivescovo albanese di Uskub, che risiede a Pritzrend M. Troksi ha dovuto (1) L’articolo fu pubblicato nella « Revue des Deux Mondes i> nel 1909.