250 L’ITALIA E L’ALBANIA Ma non possiamo assistere indifferenti però ad un suo ulteriore inorientamento, poiché codesto spostamento aprirebbe presto o tardi il varco all’inva-dere delle genti germaniche, e da Trieste finirebbero per salpare e scorrere sulle acque dell’Adriatico anche le navi di una terza marina da guerra. L’Albania... e l’autonomia della Macedonia possono fermare questa discesa. Ed ecco come il problema del popolo skipetaro e delle riforme in Macedonia, come ho già dimostrato, così collegati fra loro, si collegano poi a tutta la politica internazionale, tantoché può dipendere dalla loro soluzione il futuro assetto dell’Europa. E nulla ho da mutare, a quanto scriveva allora — sette anni fa — a proposito delle nostre relazioni con il vicino Impero, dicendo, che, forse, l’avvenire ci può riservare la sorpresa di un accordo vero e sincero fra l’Austria e l’Italia, se, un giorno, avranno il sopravvento nei consigli dell’impero, coloro che si rendono conto del pericolo da cui esso pure è minacciato ai suoi confini settentrionali, e si farà strada la convinzione che un intesa con noi potrebbe forse esserle per molti aspetti più giovevole dello stato di tensione, nel quale — malgrado tutte le dichiarazioni ufficiali — sono sempre state, finora, le nostre relazioni. Questo libro sull’Albania è stato scritto fra la fine di settembre e i primi di ottobre, mentre gli avvenimenti hanno precipitato, ed è scoppiata nella penisola balcanica la guerra. Per un momento era sembrato che la proposta