186 L’EPIRO vato, sono le solite carrozze sconquassate di tutto l’Oriente. Ma insomma, buona o cattiva, è una strada, e in regioni dove non vi sono ferrovie, è già, qualche cosa. I touristes che visitano l’Albania, e ai quali non interessa gran che la costa albanese dei Santi Quaranta a Prevesa, sbarcano in quest’ultima città e si recano a Jannina seguendo questa strada impiegandovi dalle diciotto alle venti ore, divise in due tappe. Generalmente seguono invece l’altra strada, un po’ più lunga, da Jannina a Santi Quaranta, nel ritorno al mare. La si percorre ugualmente in due tappe, passando la notte e riposando alla meglio in qualche modesto casolare, dove però, se non si è pensato a premunirsi portando qualche cosa, e se non ci si sente di rassegnarci a cibi assolutamente impossibili per il nostro palato, v’è tutto il rischio di rimanere completamente a digiuno per 24 ore. Con tale itinerario si passa attraverso a parecchi dei punti più pittoreschi della Bassa Albania ed anche fra i più interessanti, tanto per la storia antica che per la letteratura greca. Jannina, la quale deve il suo nome al suo Patrono San Giovanni, e della cui fondazione non si è potuto stabilire con esattezza la data, sorge in una posizione splendida, non solo dal punto di vista pittoresco, ma anche da quello strategico. Posta nel centro della regione, essa è da tempo immorabile la città principale della Bassa Albania. La sua popolazione è di circa 25 mila abitanti, dei quali 12 mila ortodossi, in gran parte rimasti di sentimenti elle-