Momento di tregua 207 proteste degli albanesi, le quali non lasciarono dubbio sullo scoppio di una generale insurrezione, col pericolo quindi di gravissime complicazioni, ove l’Europa e le Potenze mandatarie avessero insistito nei loro propositi. Dopo la rivoluzione e saliti i Giovani Turchi al potere, nel primo momento, una parte degli albanesi aderì, senza un eccessivo entusiasmo, ma con sincerità al nuovo regime dal quale si riprometteva un avvenire migliore per il proprio paese. Altri, quelli sopratutto beneficati da Abdul Hamid e che, con la sua caduta, avevano perduto influenza e la possibilità di avere di quando in quando aiuti, denari e posti per sè e pei loro parenti, non si schierarono contro il nuovo ordine di cose : ma tennero un contegno piuttosto riservato. Cercarono di compromettersi il meno possibile. Con tutto ciò vi fu in Albania un periodo di fidente aspettativa. Una specie di luna di miele del nuovo regime, come vi fu per tutte le altre nazionalità dell’impero; quando si arrivò al punto di vedere un capo banda bulgaro, il Sandansky, andare a braccetto per le vie di Salonicco, con quei soldati turchi contro i quali aveva fino a pochi giorni prima combattuto una lotta di insidie e di agguati, per cui la sua testa era stata messa a prezzo — e ad un alto prezzo — dalle autorità ottomane. Ma questa pace, questo accordo fra le nazionalità e i turchi durò relativamente assai poco. Appena consolidati al potere, i Giovani Turchi non si mostrarono dissimili dai loro predecessori, che anzi il loro nazionalismo, si mostrò ben presto ancora più