Le cicogne 163 rosi gli inglesi, i tedeschi ed anche i francesi, i quali sanno come l’Albania, sotto l’aspetto cinegetico, sia un vero Eldorado. La selvaggina vi è abbondantissima, e per chi è abituato nella civile Europa a fare giornate intere di cammino per portare a casa talvolta qualche magro passerotto, le cifré che rappresentano ciò che si può prendere laggiù in poche ore hanno qualche cosa di favoloso. A parte una brigata di cacciatori leccesi, la quale suol recarvisi ogni anno, si contano sulle dita gli italiani che vi capitano per la caccia che pure, ben inteso, in epoca normale, troverebbero ottime accoglienze e — pur di avere qualche precauzione e di seguire i consigli dei nostri Consoli — potrebbero percorrerla in lungo ed in largo, senza alcun pericolo di incontrare quei fa-, mosi briganti, dei quali non v’è libro sull’Albania nel quale non siano narrate le gesta. Basta, ripeto, non commettere imprudenze e rispettare gli usi del paese; non toccare i cani che vi abbaiano appresso, ma che generalmente non fanno nulla se non li molestate, e non dar noia alle cicogne : a questi animali considerati dai mussulmani come sacri. Per dir la verità, Siccome per parecchie notti — a Vallona ve ne sono a migliaia — non mi han lasciato dormire, con quel loro gridare in modo da farvi credere che qualcuno picchi alla finestra, a rapidi tocchi con un pezzo di legno, o che vi sia nella vostra camera un sorcio, che tranquillamente rosica l’armadio — era venuta anche a me la voglia di dar loro la caccia e di ucciderne qualcuna... Ma sarebbe stato messo a soqquadro tutto il paese! Sono bestie sacre