L’iniziativa Poincaré 257 l’intesa e quelle della Triplice (l’Italia astenendosi dal prendere parte parte al passo verso la Turchia, ma associandosi a quello presso gli Stati Balcanici), fu presa dal Poincaré, o, per meglio dire dalla Duplice, poiché, come ho detto, il Sazonoff, che in quei giorni era a Parigi collaborò per parecchi giorni col capo del Governo della Repubblica per arrivare a questo accordo. Ma nelle pratiche fatte per raggiungere tale scopo resultò subito evidente l’antagonismo austro-russo al quale ho . già accennato. La Russia, naturalmente, come tutrice delle popolazioni slave e data la sua missione storica nei bai-cani avrebbe voluto una formula recisa per imporre le riforme. L’Austria che non dissimulò il suo poco entusiasmo per l’iniziativa Poincaré lasciò capire che non avrebbe aderito se la forinola fosse stata troppo imperativa. Al quai d'Orsay, Poincaré e Sazonoff smorzarono come si suol dire le tinte, ben sapendo che l’Austria non si sarebbe unita a loro se la formola fosse stata troppo coercitiva, visto che il rafforzamento degli Stati balcanici, le autonomie da questi ultimi chieste, e l’indebolimento della Turchia non possono giovare alla sua politica, e alle sue mire verso Salonicco. D’altra parte resultò subito evidente che, con la proposta delle riforme, e la dichiarazione che, in ogni caso l’Europa non avrebbe tollerato un mutamento nello statu quo della Penisola, il Poincaré, per conto della Russia alleata ha mirato a scongiurare il pericolo di un intervento armato da parte deH’Austria-Ungheria. Dopo alquante tergiversazioni il Berchtold finì per ade- Mantegazza 17